Un’altra mostra che mette insieme arte e musica rock. In mostra però non troviamo le classiche copertine dei mitici vinili o le scenografie di grandi tour epocali. Ci sono anche opere poco rock e robe musicali poco artistiche… e capiamo il perché: Bazzini e Beatrice hanno scovato un metodo nuovo di aggancio tra i due mondi, che sono comunque sempre andati insieme senza porsi troppi problemi. Un aggancio un po’ cerebrale ma comunque efficace: la corrispondenza temporale di grandi concerti (eventi, produzioni, uscite, nuovi generi etc) e grandi mostre. Così scopriamo corrispondenze alle quali non avevamo pensato. O ci avevamo pensato ma senza attribuire grandi significati. Va comunque detto che per esempio alla fine degli ani ’60 sono successe talmente tante cose nel mondo dell’arte ed in quello della musica pop rock che ci permette di dire che tutto corrisponde a tutto… le contemporaneità sono quasi infinite. Potremmo sbizzarrirci. Poi col passare degli anni le cose si fanno più rarefatte e quindi più riconducibili. Eppure nonostante tutto per qualche opera esposta la corrispondenza è alquanto oscura. Anche conoscendo bene musica e arte si fa fatica a trovare il nesso. Ma le opere ci sono piaciute tutte lo stesso anche senza l’evidenza della loro colonna sonora.
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