09 dicembre 2017

“A nostra immagine e somiglianza”, Filippo Berta, 6° Biennale di Salonicco

di redazione

"A nostra immagine e somiglianza", Filippo Berta, 6° Biennale di Salonicco

“La performance è stata realizzata per la 6° Biennale di Salonicco ed è il primo lavoro di un trittico, in cui si riflette sull’innata esigenza di elevare un nostro simile a una condizione predominante. L’azione collettiva consisteva in un gruppo di persone impegnate a fissare un chiodo al muro in punta di piedi, in modo da raggiungere il punto più alto concesso dai loro corpi. Poi tutti appesero ai chiodi dei crocefissi identici, rendendo visibile una linea irregolare che definiva un sopra e un sotto. La performance terminò quando i performer osservavano dal basso il crocefisso, come fosse un limite invalicabile, oltre al quale l’essere umano non può andare. La differenza di altezza dei crocifissi mostra le limitazioni corporee di ogni persona coinvolta, diventando metafora del desiderio di raggiungere ciò che non ci appartiene: la perfezione. Nella storia questa condizione è stata rappresentata da immagini iconografiche (politiche e religiose) in cui sono imprigionate figure paterne o materne rassicuranti. L’obiettivo è riflettere se questa nostra attitudine è una forma di schiavitù senza fine, forse proprio perché l’essere umano è il confine che divide l’ordine del sovraumano e il disordine del corpo”. Filippo Berta

Filippo Berta, A nostra immagine e somiglianza 1, 2017
Performance realizzata per la Biennale di Salonicco 6
Curata da Syrago Tsiara, Eirini Papakonstantinou e Theodore Markoglou
Un ringraziamento speciale alla Galleria Massimo De Luca, Mestre, Venezia

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