05 ottobre 2022

24vids x Ibrida #11. Fenia Kotsopoulou, 50.000 Touches

Ibrida, Festival di Arti Intermediali, presenta 24vids, una selezione di opere audiovisive realizzate da autori internazionali, in esclusiva per exibart: Fenia Kotsopoulou, 50.000 Touches

di Redazione

24vids x Ibrida #11. Fenia Kotsopoulou, 50.000 Touches

Incentrato sulle ricerche e sulle sperimentazioni dei videoartisti internazionali più interessanti, 24vids è la prosecuzione, lungo altre coordinate geografiche, di 52vids, progetto presentato da exibart e Ibrida, Festival delle Arti Intermediali nato nel 2015, curato da Vertov Project e dedicato alla cultura della video arte e alla sperimentazione visiva. Per questo undicesimo appuntamento, presentiamo 50.000 Touches, opera di Fenia Kotsopoulou.

Fenia Kotsopoulou x 24vids

«Questo video è un breve estratto inedito dal progetto in corso “50.000 TOUCHES” (2022-) sulla poetica e la politica dell’amore, dell’intimità e del tocco in relazione al sé e all’altro, attraverso i mezzi della fotografia, della performance per e con la fotocamera, dell’animazione», ci racconta Fenia Kotsopoulou. «La principale ambizione e sfida di questo lavoro risiede nella devota attenzione e nel profondo impegno per un lento e lungo processo creativo durante il quale l’obiettivo è sviluppare a mano 50.000 fotogrammi (solo allora il progetto può considerarsi concluso), utilizzando una gamma di immagini alternative e tecniche di realizzazione, dentro e fuori la camera oscura, come cianotipo, stampa a contatto, chemiogrammi, stampa clorofilliana, antotipi e loro ibridazione. Oscillando tra metodi digitali e analogici, i frame sviluppati vengono riassemblati e modificati per dare forma a un viaggio audiovisivo con una narrazione non lineare che si dispiega nel tempo».

«Anche se dal punto di vista del contenuto questo lavoro cerca di navigare tra le crepe per scoprire cosa è (o non è) l’amore, alcuni dei problemi che emergono su cui riflettere sono: la performatività e la materialità delle immagini, l’iperfocalizzazione, l’impegno e la solitudine durante il processo di creazione, la lentezza come metodo creativo, lo sguardo (intimo) che cerca di creare momenti affettivi, e trappole visive (im)possibili da cui deviare. Alcune delle ispirazioni derivano dal lavoro artistico e dall’approccio di Maya Deren, Ed Carr, Emma Luise Prin, Claude Cahun, Jo Spence e dalla scrittura critica di Tina Campt, bell hooks, Maria Stehle e Beverly Weber».

Biografia

Fenia è un’artista greca multidisciplinare e pluripremiata, attualmente residente nel Regno Unito, che sperimenta ed esplora in modo creativo l’intersezione tra danza, performance, video, fotografia e documentazione e archiviazione di immagini alternative. La sua pratica rizomatica, ibrida e guidata dal processo, attinge alla nozione di corpo nella performance attraverso sguardi queer e femministi, interrogando la de/ri/costruzione dell’identità femminile/maschile e le nozioni di femminilità basate su costrutti culturali e sociali. Inoltre, mette in discussione le modalità di (auto)rappresentazione e indaga la politica dello sguardo del e sul corpo catturato attraverso le lenti della telecamera. Altri argomenti dei suoi lavori riguardano la memoria personale e collettiva, l’effimero e l’impermanenza, la pelosità e la pelliccia come strumenti di responsabilizzazione, violenza di genere, archiviazione e creazione di segni nella performance e altro ancora.

Nella sua ricerca artistica, Fenia torna a vecchi processi fotografici alternativi, come un modo per mettere in discussione l’immagine in movimento e fissa all’interno della frenetica cultura visiva in cui viviamo, per usarla come strategia per esplorare fallimenti e potenzialità all’interno del mezzo stesso. Negli ultimi anni, in qualità di artista performativa (di danza), produttrice e praticante visiva, i suoi lavori e il lavoro di stretti collaboratori sono stati mostrati in una vasta gamma di festival e piattaforme artistiche, che comprendono i campi della danza, performance sperimentali, video -arte, live-art. Dal 2019 insegna al Master in Performance Practices dell’Università ArtEZ (Arnhem, NL).

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