Incentrato sulle ricerche e sulle sperimentazioni dei videoartisti internazionali più interessanti, 24vids è la prosecuzione, lungo altre coordinate geografiche, di 52vids, progetto presentato da exibart e Ibrida, Festival delle Arti Intermediali nato nel 2015, curato da Vertov Project e dedicato alla cultura della video arte e alla sperimentazione visiva. Per questo nuovo appuntamento, presentiamo What is no longer, opera di Lucila Meirelles, del 2019.
Biografia di Lucila Meirelles
Videoartista, regista, storica delle arti visive, Lucila Meirelles ha partecipato al movimento della videoarte degli anni ’70 insieme all’artista José Roberto Aguilar. Negli anni ’80, come autrice, ha realizzato vari video sperimentali, come “Street child”, “Autistic Children”, “Panamerican Symphony”, “Blind Oliveira in the backlands of his eyes”, “I never forgot”, “Anathema”, che hanno vinto premi nazionali e sono stati presentati in esibizioni internazionali come The Kitchen (New York), Manifestation Internacionale de Vídeo et Télévision (Montbeliárd), The Black Aesthetic (Washington), Tropical Experiments, Berkeley Art Museum, (Berkeley) Tropical Experiments – Recent Video from Brazil, Dallas Video Festival (Dallas). In Brasile ha curato i programmi “The Pioneers”, “The devil´s eye”, “Cycle José Agrippino de Paula”. Ha realizzato le serie tv “Poetics of the invisible”, “Offices”, “Lero lero Agrippínico”. È autrice dei documentari sperimentali “Rite of wild love” trasmesso da SESCTV, vincitore del premio come miglior film sperimentale al Jaraguá do Sul Film Festival.
What is no longer x Ibrida
«What is no longer è un video che riflette I tempi in cui viviamo, un’altra possibilità di vedere e sperimentare la realtà», ci ha raccontato l’artista. «Il corto mostra immagini che si sciolgono, si disgregano decostruendosi a strati nel tempo, lasciando tracce scivolose di luoghi, sentimenti, sensazioni, dove nulla può essere afferrato, trattenuto, custodito. Qualcosa non c’è più, è andato, si è sciolto. Le immagini sono state prese in Islanda. Il territorio ghiacciato dell’Islanda è legato a sentimenti di mutazione, a sensazioni che si liquefanno».