Incentrato sulle ricerche e sulle sperimentazioni dei videoartisti internazionali più interessanti, 24vids è la prosecuzione, lungo altre coordinate geografiche, di 52vids, progetto presentato da exibart e Ibrida, Festival delle Arti Intermediali nato nel 2015, curato da Vertov Project e dedicato alla cultura della video arte e alla sperimentazione visiva. Per questo nuovo appuntamento, presentiamo Regeneration 4.0, opera di Ana Paula Mathias del 2022.
Biografia di Ana Paula Mathias
Ana Paula Mathias è un’artista visiva transdisciplinare nata a Campinas, in Brasile, e attualmente residente a Lione, in Francia. Laureata all’Università PUC di Campinas, ha trascorso parte della sua vita professionale a São Paulo, dedicandosi alla regia e alla produzione di opere di videoarte e di docufilm, nonché a progetti in collaborazione con performer di danza e compositori. Attualmente è artista-ricercatore al corso Post Diplôme Art all’École Nationale Supérieure des Beaux-Arts di Lione. Nella sua ricerca, Ana esplora i concetti di tempo, scienza e spiritualità, come territorio favorevole all’esplorazione di un immaginario sul futuro. Il suo approccio artistico è interessato alla risignificazione della memoria, partendo dalle riflessioni sulle sue origini e da un’indagine sulla storia coloniale del suo Paese, il Brasile. Come interrogare la linearità del tempo occidentale di fronte agli sviluppi traumatici della schiavitù e della colonizzazione?
Regeneration 4.0 x Ibrida
Usando la metafora visiva di una cellula, Ana crea un paesaggio mentale e poetico sulla rigenerazione ancestrale come percorso di guarigione da un passato coloniale segnato dal silenzio e dalla cancellazione della storia dei suoi antenati.
Testo:
in the framing without memory
find a present of vast metrics.
in this metric, vast,
i dream my imagined story.
I am in the darkness
at the bottom of the ocean.
an abyssal darkness
overtaken by sleeping seeds.
a sunless sky
full of bright stars.
and the smell of the roots
of the humid forests.
here, i already know the truth,
but it’s as if i was just born.
in a ritual time where the ancestral
is present in the always.
continuously.
long ago,
I went beyond the limitations
of this frame intoxicated with light, white
within that infinite metric, i find my divinity.
i lay down on the floor
where all mysteries are stored.
i bring my ear close to the soil
and i hear a whisper like a cyclic fluctuation
your divinity has harmony as truth.
and truth cannot exist in silence.
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