17 luglio 2021

52vids x Ibrida #35. Michele Manzini, Snags in Palladio

Ibrida, Festival di Arti Intermediali, presenta 52vids, una selezione di opere audiovisive, in esclusiva per exibart: Michele Manzini, Snags in Palladio

di Redazione

52vids x Ibrida #35. Michele Manzini, Snags in Palladio

52vids è il nuovo progetto di exibart e Ibrida, Festival delle Arti Intermediali nato nel 2015, curato da Vertov Project e dedicato alla cultura della video arte e alla sperimentazione visiva. Per questa 35ma puntata, presentiamo Snags in Palladio, opera realizzata nel 2015 da Michele Manzini.

 

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Snags in Palladio, Michele Manzini

«La razionalità neoplatonica che guidava l’artista rinascimentale nella ricerca dell’armonia imponeva di lasciandosi alle spalle tutto ciò che era inganno e menzogna: il mito, il racconto, la poesia», ci ha spiegato Manzini. «Ma quando Rimbaud parla di “un ragionato regolamento di tutti i sensi” che solo può farci veggenti, capaci di rispondere alla necessità “di essere moderni” ci rivela l’esigenza di un altro pensiero. Un pensiero che come dirà Musil mescoli la precisione della ragione alla capacità del mito di illuminare il molteplice, il contraddittorio, il plurale», ha continuato l’artista nato a Verona nel 1967. «Sarà per questo che Hölderlin dirà che i saggi tendono al bello, ma che questo bello si raggiunge non per sottrazione dell’individualità e delle passioni, ma attraverso il pathos. Pensieri che si articoleranno per sentieri secondari per tutto il XIX secolo, incrinando quella metafisica della luce che aveva tentato in vano di occultare quel cono d’ombra che ogni cosa proietta come sua irrevocabile ed irrinunciabile verità», prosegue Manzini.

«Quando Valéry scrive il suo Faust la sua preoccupazione è quella di introdurre nel racconto un po’ “di verità, un nulla di vita, di carne…”.  Se la vita è assente dal testo, la verità non ha più oggetto: non ha più luogo. È necessario portare il pensiero in prossimità del pathos da cui ha preso origine e ritornare alle domande che sono state sbiadite dalla troppa luce in cui si è librato, sublimato, dimenticando l’ombra che risiede nel soggetto e che è l’alone di ogni cosa e di ogni spazio che abitiamo. Il pensiero che rimuove il corpo è il pensiero che rinuncia all’amore, e che con esso si nega alle domande capitali sulla sofferenza, sulla morte, sulla felicità. Questo è il pensiero che ha perduto ogni dimensione etica, ogni rapporto con il bene e con il male. La sua sapienza è ottusa, perché non conosce ferita», ha concluso l’artista che, da anni, concentra la sua ricerca sulla definizione di figure in grado di proporre l’instabilità ed il conflitto come elementi non risolti ma pervasivi del reale.

Il suo lavoro si sviluppa attraverso l’impiego di un’ampia varietà di media tra cui: video, fotografia, installazioni, scrittura e performance. Ha esposto le sue opere in numerose mostre e spazi sia in Italia che all’estero e i suoi video sono stati selezionati in importanti rassegne internazionali e proiettati al Saitama Arts Theater (2015), al Perez Art Museum Miami (2016), al Lincoln Center for the Performing Arts di New York (2016), al ZKM di Karlsruhe (2017), al Nevada Museum of Art (2017) e alla Whitechapel Gallery London (2017).

Ha pubblicato diversi saggi e testi tra cui ricordiamo nel 2002 “Il paesaggio e il suo mito” Editions de la Villette, Parigi e nel 2011 “Mescolanze” Edizioni Kn-Studio. Nel 2009 ha vinto il Premio Terna per l’Arte contemporanea e numerosi altri premi e menzioni speciali in festival di video arte, video performance e cinema sperimentale.

52vids x Ibrida

«In questa serie troverete opere audiovisive di videoarte, videoclip, estratti di film ed estratti di video performance. La selezione targata Ibrida Festival fotografa uno spaccato importante degli artisti italiani contemporanei, che adoperano prevalentemente il mezzo audiovisivo, attraverso un processo conscio e inconscio di ibridazione dei linguaggi», spiegano Francesca Leoni e Davide Mastrangelo, videoartisti, film maker e direttori artistici di Ibrida. «Più che di videoarte, quindi, parliamo di video d’artista. Una sfera di codici eterogenei che attraversano la video performance, animazione, video danza, post internet art, post social media art, found footage e altro ancora. Uno spaccato unico e multiforme di quello che sta succedendo in Italia negli ultimi anni, nel campo della sperimentazione audiovisiva».

Ibrida si svolge nell’ambito di diverse giornate, solitamente a fine aprile, a Forlì, con spettacoli live, proiezioni, istallazioni, incontri e workshop. Ogni edizione gode di una collaborazione con festival italiani e internazionali, per divulgare le produzioni e le ricerche più recenti nell’ambito dell’audiovisivo sperimentale.

 

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