È giusto diffidare dalle applicazioni di tracciamento del virus? Riescono a proteggere la nostra privacy o ci espongono al rischio di una sempre minore autonomia individuale? E, soprattutto, ha ancora senso di parlare di individualismo nelle democrazie contemporanee? Sono solo alcuni degli spunti sui quali il Goethe-Institut di Roma ha invitato a riflettere quattro artisti ed esperti di web, big data e intelligenza artificiale, in occasione del ciclo di interviste di Zukunftsfragen, le questioni del futuro, di cui oggi presentiamo la terza intervista, condotta da Antonella Perin, Responsabile Reparto Progetti Culturali del Goethe-Institut Rom, a Moritz Stefaner, artista e ricercatore tedesco, specializzato nella visualizzazione dei big data e collaboratore di organizzazione quali OCSE e World Economic Forum.
A fornire il loro punto di vista, partendo dalla propria ricerca e dalle proprie esperienze, anche Paolo Cirio, artista e hacktivista, Peter Weibel, artista post-concettuale e teorico dei media, e Lorena Jaume-Palasì, fondatrice di The Ethical Tech Society, organizzazione no profit dedicata alla comprensione dei risvolti sociali della tecnologia, e Moritz Stefaner. Le interviste saranno pubblicate integralmente su exibart.tv, a partire dal 28 ottobre e per i successivi tre mercoledì, fino al 18 novembre 2020.
Zukunftsfragen: l’intervista a Moritz Stefaner
«Vivo e respiro visualizzazione dei dati», così Moritz Stefaner parla del suo lavoro di “Truth & Beauty Operator”, operatore del Vero e del Bello, tra estetica e informazione che, nel corso degli anni, l’ha portato ed attraversare l’universo, ancora misterioso e tutto da esplorare, dei big data. Nella sua carriera, ha lavorato per organizzazioni come OCSE, World Economic Forum, Skype, e Max Planck Research Society.
Le sue opere tratte dagli schemi di visualizzazione dei dati sono state esposte alla Biennale di Architettura di Venezia e all’Ars Electronica, l’istituto culturale e scientifico austriaco attivo nel campo della new media art. Uno dei suoi lavori più conosciuti è l’interfaccia di visualizzazione del Better Life Index, lo strumento interattivo dell’OCSE che serve per comparare le diverse performance sulla qualità della vita degli Stati.
È coautore di libri per editori come O’Reilly e Springer e ha tenuto conferenze in numerose occasioni e presso sedi prestigiose, sul tema della visualizzazione delle informazioni. Con Enrico Bertini produce Data Stories, un podcast sulla visualizzazione dei dati.
«Molti dati sono molto noiosi», dice Stefaner e il suo compito è quello di renderne la fruizione non solo gradevole ma anche precisa e informativa. Trattandosi di milioni di dati, facile immaginare come il lavoro sia complesso ma anche stimolante. Ognuno di noi, infatti, lascia tutto intorno a sé una lunga scia di informazioni, che possono essere usate per scopi molto diversi. Tra questi, il famigerato tracciamento sociale, di cui abbiamo sentito parlare molto spesso, in questi ultimi tempi di pandemia, come rileva Perin nell’intervista.
Per Moritz Stefaner, che da anni si occupa della visualizzazione dei dati e dell’estetica dell’informazione, proprio il grande cambiamento che stiamo affrontando in questi mesi sarà l’occasione per affrontare questi temi ma anche quelli delle ingiustizie sociali e del cambiamento climatico. «Improvvisamente tutti si sono messi a guardare con trepidazione l’andamento delle curve dei contagi, cercando di capire in che modo determinati modelli matematici potessero influenzare le evoluzioni infettive. E come ognuno abbia imparato a capire quanto erronei possano essere alcuni dati, quanto lacunosi. Come si misurino determinati dati, se i dati si possano raffrontare a livello internazionale. Penso che questo periodo abbia rappresentato per tutti un corso intensivo in alfabetizzazione dei dati, che ci permetterà di proseguire in questa stessa direzione per affrontare le sfide future», dice Moritz Stefaner, terzo ospite di Zukunftsfragen.