Dopo la morte di suo padre, l’architetto “radicale” Fabrizio Fiumi, Elettra trova in un polveroso magazzino toscano il suo incredibile e disordinatissimo archivio: collage, schizzi, foto, disegni, lettere, documenti, oggetti e film originali girati negli anni in super 8, 16 e 35mm, sopravvissuti al tempo e sconosciuti a lei e alla famiglia. Per sette anni cataloga, ordina e filma il gigantesco archivio del padre e del Gruppo, scoprendo e riportando alla luce il suo mondo straordinario: architetto geniale, inventore, professore, film maker ed esponente del Gruppo di Architettura Radicale 9999, Fabrizio poneva al centro della propria ricerca l’uomo e la sua relazione con l’ambiente, preconizzando la necessità di un equilibrio e di una convivenza armonica tra natura e tecnologia. Lo racconta Radical Landscapes di Elettra Fiumi, prodotto da Central Productions, Fiumi Studios con RSI e FilmAffair, in onda mercoledì, 20 dicembre, alle 21:15 su Rai 5.
Nato a Firenze durante il dopoguerra Fabrizio ha vissuto appieno i rivoluzionari anni ’60 e ’70 e, in seguito al suo matrimonio con Terry, americana, ha viaggiato negli Stati Uniti rimanendone profondamente colpito e portando quel mondo ultra-moderno e innovatore nel cuore della sua città natale, a partire dalla creazione di Space Electronic, aperta nel 1969, una delle prime discoteche in Italia, luogo mitico di mille sperimentazioni artistiche ancora ignote (ospitando installazioni d’arte contemporanea, concerti rock di artisti come gli Area di Demetrio Stratos fino a Leo Ferrè, spettacoli e happening teatrali dal Living Theater di Julian Beck e Judith Malina – che compare nel film – e Dario Fo.
In questo lavoro di ricerca, Elettra coinvolge tutta la famiglia nella scoperta e nella ricostruzione di vari momenti della vita del padre: Terry le porta le lettere d’amore che si scambiava con Fabrizio, la sorella ritrova i filmati Super8 del padre e della famiglia, il fratello racconta di curiosi esperimenti artistici durante l’infanzia. La memoria della dimensione collettiva dell’arte di quegli anni guida Elettra a ritrovare i membri del Gruppo 9999. E così, man mano che la ricerca prende corpo, Fabrizio si avvicina e riprende vita in un viaggio intimo e privato, ma anche storico, artistico e visionario, svelando una pagina caleidoscopica dell’arte contemporanea. Un mondo fatto di progetti d’avanguardia, di collage utopici e giardini in discoteca, di proiezioni nel centro di Firenze, di case aperte agli amici giorno e notte, di enormi piatti di pastasciutta e arte, di bambini e orti.
Il filo invisibile che univa Elettra a suo padre diventa tangibile al punto da farle riportare in vita, oggi, una delle performance più importanti ed attuali del Gruppo 9999 che gli valse un prestigioso premio al MOMA nel 1972 in occasione della mostra Italy. The new domestic landscapes: la Casa Orto che Elettra insieme a diversi artisti e ai membri della famiglia ricostruisce all’interno della discoteca Space Electronic.