Artista nato nel 1994, in Sudafrica, Chris Soal ci racconta in questo video la sua personale negli spazi di Eduardo Secci a Milano. Intitolata “Remains to be seen”, la mostra sarà visitabile fino all’11 novembre e riunisce opere nuove e inedite di Soal, la cui ricerca affronta le radici profonde nelle sue origini, riflettendone la crescita a Johannesburg. L’uso di oggetti di scarto e quotidiani, come stuzzicadenti e tappi di bottiglia, insieme a cemento, rinforzi per la costruzione, cavi per recinzioni elettriche e altri materiali industriali, porta a sviluppare intuitivamente ciò che è familiare fino a renderlo misterioso.
Per questa sua prima personale in Italia e prima mostra con la galleria Eduardo Secci, Soal ha deciso di investigare l’eredità dell’Arte Povera e le affinità che sente con artisti come Alberto Burri e Giuseppe Uncini. I motivi ricorrenti nel corpus di opere esposto sono il residuo, la fessura, la crepa, la lacerazione, il taglio, la bruciatura, la fuoriuscita e la spaccatura.
Dal punto di vista socio-politico, i richiami ai tappi di bottiglia di birra sparsi nelle strade di Johannesburg e alle sembianze intestinali si riferiscono a un certo atteggiamento verso il consumo e i suoi eccessi violenti. La natura contorta e serpentina dell’opera ricorda, inoltre, le figure mitiche di Medusa e delle Gorgoni. Guardando a differenti versioni del mito di Perseo e Medusa, l’artista lo interpreta contemplando la metafora del ruolo dell’arte nella società. Mentre l’incontro diretto con la Gorgone trasforma l’individuo in pietra, l’arte può essere il mezzo, lo specchio o lo scudo attraverso cui possiamo affrontare questioni complesse evitando di rimanerne paralizzati.