05 maggio 2021

La Galleria dell’Accademia di Firenze scopre Napoleone Bonaparte: i video

In occasione del bicentenario della morte di Napoleone Bonaparte, la Galleria dell'Accademia di Firenze presenta un ciclo di video dedicati alle opere della collezione legate a quel periodo storico

di Redazione

La Galleria dell'Accademia di Firenze scopre Napoleone Bonaparte: i video

Il 5 maggio 1821 moriva a Sant’Elena Napoleone Bonaparte. Sono passati duecento anni da quella data, immortalata per sempre anche nei versi di Alessandro Manzoni, e Napoleone continua ad essere una figura divisiva che, nel bene e nel male, ha segnato la storia. A prescindere dalle considerazioni politiche, l’amore per il bello e per l’arte è uno degli aspetti che contraddistingue l’imperatore Bonaparte e molti sono gli artisti europei che ne hanno tramandato il mito. E il 5 maggio del 1747, a Vienna, nasceva Pietro Leopoldo II d’Asburgo Lorena, Granduca di Toscana, a cui si deve, oltre all’abolizione della pena di morte e ad altre importanti riforme, la nascita del museo della Galleria dell’Accademia, arricchito nelle sue collezioni dalle soppressioni ecclesiastiche promosse da Leopoldo stesso e successivamente da Napoleone.

La Galleria dell’Accademia di Firenze dedica alcune puntate di “SCOPRI la GALLERIA” alle opere conservate nel museo legate a questo periodo storico. Attraverso una sapiente narrazione, alcuni storici e storici dell’arte come Giovanni Cipriani, Carlo Sisi, Enrico Colle e altri ancora ci racconteranno sia delle soppressioni napoleoniche che di quelle leopoldine e dei rapporti tra Lorenzo Bartolini e l’entourage di Napoleone.

Lorenzo Bartolini Monumento a Elisa Baciocchi Galleria dell’Accademia di Firenze

Questo ciclo nasce da un’idea di Cecilie Hollberg, direttore della Galleria dell’Accademia di Firenze. «Il nostro museo – ha sottolineato Hollberg – raccoglie molte opere dello scultore Lorenzo Bartolini, un artista che godeva della protezione di Napoleone e della benevolenza di sua sorella, Elisa Baciocchi. Molte sono le opere che gli commissionarono e di cui rimane traccia nella Gipsoteca. Proprio quest’anno, in cui si celebra il bicentenario della morte del Bonaparte, mi sembrava l’occasione perfetta per approfondire questi legami nelle nostre video pillole di SCOPRI la GALLERIA, coinvolgendo degli autorevoli studiosi di questo periodo storico».

Primo appuntamento con Giovanni Cipriani, Professore Associato di Storia Moderna presso l’Università di Firenze, che inizierà questo breve ciclo introducendoci proprio nell’atmosfera degli anni napoleonici in cui la Toscana venne chiamata regno di Etruria. La superba Annunciazione, dipinta da Alessandro Allori, tra il 1578 e il 1579, per suora Laura de’ Pazzi, che si trovava nel monastero di Monte Domini, oggi esposta nel museo fiorentino, è un esempio tangibile delle soppressioni degli ordini religiosi, introdotte da Napoleone per sopperire alla tragica situazione economica dell’ex Granducato di Toscana, nel primo decennio dell’Ottocento. Così come fu fatto durante la Rivoluzione francese, a partire dal 1794, i beni ecclesiastici furono requisiti e incamerati dal governo. Un’operazione impressionante ed estremamente rapida per quei tempi.

Alessandro Allori Annunciazione- Galleria dell’Accademia di Firenze

Il secondo è con Carlo Sisi, online da sabato, 8 maggio. Ci descriverà un giovane Lorenzo Bartolini, appena ventiduenne, a Parigi, alla scuola di Jacques-Louis David, dove ottenne i suoi primi grandi successi: il direttore generale dei musei di Parigi gli commissionò un busto bronzeo di Napoleone Bonaparte per il museo del Louvre. Diventò così famoso da essere chiamato, nel 1807, a Carrara a dirigere la scuola di scultura all’interno dell’Accademia. Ed è qui che conobbe Elisa Baciocchi, sorella di Bonaparte, nominata governatrice del regno di Etruria. A lui si deve il rilevo con Elisa su un carro trionfale che entra a Lucca, conservato nella Gipsoteca della Galleria dell’Accademia, che si trovava alla base di un monumento a Napoleone per la città di Livorno, commissionato dalla Granduchessa Elisa. In questo rilievo si percepisce l’amore per i classici di Bartolini e un’attenzione particolare all’idea del bello ideale. L’artista eseguì anche il monumento funebre di Elisa, nel 1820, di cui a Firenze si conserva il modello in gesso.

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