08 ottobre 2019

Elementum Aether, di Giovanni Gaggia

di redazione

Elementum Aether, di Giovanni Gaggia

La performance  studia la relazione tra la scultura di Beverly Pepper ed il corpo: come la scultura si inserisce nello spazio, come l’uomo interagisce con essa. Seguendo questa linea di pensiero, Gaggia sceglie di studiare e di chiamare in causa il quinto elemento: l’etere. Da qui il titolo Elementum Aether. Associa alle 4 colonne i 4 elementi classici: Il fuoco, l’acqua, la terra e l’aria. Affida il compito di rappresentare l’Etere al movimento di Leonardo Carletti. Intorno a lui, 12 performers, provenienti dall’Università IUAV di Venezia e dall’Accademia di Belle Arti di Macerata, con un semplice gesto generano il suono associato all’Etere.

La sua narrazione dell’Etere scaturisce dagli antichi filosofi Greci. Partendo da Platone e da Aristotele, l’Etere o Quintessenza, venne legato indissolubilmente al Dodecaedro, il più ricco di significati simbolici tra i Solidi Platonici, associato all’Universo immutabile. Nel “Timeo” di Platone esso era l’oggetto con cui “il dio se ne servì per decorare l’Universo” ossia “ricamare le costellazioni sull’insieme dei cieli”. Nel numero dodici ritroviamo inoltre la corrispondenza con i dodici segni dello zodiaco.

In questo contesto, Carletti si inserisce nella fissità dell’opera della Pepper e ne diviene l’elemento mobile. È nello spazio centrale delimitato dalle colonne, nell’intersezione generata dalle rette immaginarie che attraversano Columns che si posiziona il danzautore, il quale viene chiamato a rappresentare la Sagitta, Freccia simbolo del Sagittario, segno sia della Pepper che di Gaggia.

La performance con il patrocinoio del CaMusAC Museo di Arte Contemporanea di Cassino e della Fondazione progetti Beverly Pepper è stata realizzata per l’inaugurazione di Art In The Open, a cura di Massimo Mattioli allo Spazio Thetis dell’Arsenale, evento collaterale ufficiale della Biennale Arte di Venezia 2019.

Il video è stato realizzato da Giada Pestilli, Valentina Luca e Dennis Moscatelli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Macerata.

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