I “Fiori Invisibili” di TTOZOI crescono al Gaggenau DesignElementi di Roma
Sarà visitabile fino al 12 novembre, al Gaggenau DesignElementi di Roma, la mostra "Fiori Invisibili" dedicata ai quadri realizzati dal duo TTOZOI con le muffe: protagonista la Natura, la più grande artista di sempre
di Redazione
Farine, acqua e pigmenti su tele di juta e poi la processualità organica del tempo: perché «La natura è la più grande artista». Così il curatore Sabino Maria Frassà introduce “Fiori invisibili”, mostra del duo TTOZOI che sarà visitabile fino al 12 novembre 2021, al Gaggenau DesignElementi di Roma. «Gli artisti sono i registi dell’opera d’arte, perché il vero protagonista e pittore rimane proprio la natura, che si manifesta imperiosa sulle tele in tutta la sua inimitabile complessità e irripetibilità», spiega Frassà. «Pertanto, sebbene i TTOZOI partano dall’arte informale del dopoguerra, la loro è un’arte processuale in cui il gesto artistico, in senso squisitamente maieutico, completa e guida la natura nell’auto-manifestarsi: a ben pensarci possiamo persino dire che i quadri in gran parte si autodeterminino e che con essi abbia luogo un’epifania della natura. Gli artisti si “limitano” a determinare le condizioni affinché la vita possa partire, fiorire e lasciare traccia sulle tele. L’uomo, da nemico della natura, per una volta diventa umile narratore della sua bellezza e intima fragilità».
Il metodo di TTOZOI presuppone l’installazione di una serie di teche sigillate, all’interno delle quali vengono riposte le tele e lasciate a dimora per circa 40 giorni. Durante questo “vuoto d’intervento”, il tempo e la natura fanno il resto, favorendo le condizioni per la naturale proliferazione di muffe sulla tela, con manifestazioni sempre diverse poiché condizionate dalle variabili esterne specifiche del luogo di esecuzione. In questo modo, il tempo pittore, che solitamente deperisce colori e forme, ne genera di nuove.
Con l’apertura di “Fiori Invisibili” il Gaggenau DesignElementi di Roma si è trasformato così in un laboratorio creativo, dove le tele avviate dai TTOZOI matureranno, nel corso della mostra, fino a trasformarsi in una vera e propria testimonianza del luogo in cui sono state generate. Le spore, infatti, interagiscono con le opere iniziate dagli artisti, conquistando lo spazio e seguendo un istinto di sopravvivenza. I TTOZOI monitorano la progressione del processo e lasciano che la tela catturi l’humus, l’anima – il GENIUS – del luogo. Quando decidono di interromperlo, la memoria della vita resta impressa sulla tela: l’opera d’arte prende forma così soltanto quando il processo vitale si è compiuto, e all’interno delle teche si trova la storia di una fioritura tanto impetuosa quanto ormai irrimediabilmente passata. Solo a questo punto gli artisti intervengono, “scavando” nei resti di quel che rimane di questa invisibile fioritura, facendone emergere le impronte e le radici. «Da sempre e per sempre, ogni nuova vita si nutre più o meno consapevolmente delle tracce del passato, che assimila e fa proprie, per riuscire infine a fiorire in qualcosa di imprevedibilmente nuovo. Questa è la magia dell’arte dei TTOZOI: scavare nell’invisibilità per far emergere i fiori invisibili di ieri, oggi e domani».