“Il futuro non lo immagino, perché non è il mio mestiere. Il mio mestiere è fare il ritratto del presente”. A margine delle attività di Spazio Taverna, Ludovico Pratesi intervista Gian Maria Tosatti, recentemente nominato Direttore Artistico della Quadriennale di Roma 2021-2024 e artista unico del Padiglione Italia alla 59ma Biennale d’Arte Contemporanea di Venezia.
Gian Maria Tosatti: la biografia
Gian Maria Tosatti è nato a Roma nel 1980 e, attualmente, vive e lavora tra Napoli e New York. Ha completato la sua formazione in campo performativo presso il Centro di Sperimentazione e Ricerca Teatrale di Pontedera. Nel 2005 torna a Roma per intraprendere un viaggio nel campo della connessione tra architettura e arti visive, realizzando principalmente grandi installazioni site-specific.
I suoi progetti, di solito, sono indagini a lungo termine sul concetto di identità, sia sul piano politico che spirituale. I primi cicli di opere sono Devozioni (2005-2011) – dieci installazioni per dieci edifici a Roma sugli archetipi dell’era moderna – e Paesaggi (2006), un progetto di arte pubblica basato sull’individuazione degli archetipi dell’epoca contemporanea. Tra il 2013 e il 2016, la sua ricerca si è concentrata su un’opera in sette parti che ha abitato l’intera città di Napoli dal titolo “Sette stagioni dello spirito”.
Il suo lavoro è stato esposto al Hessel Museum del CCS BARD (New York – 2014), al Museo MADRE, (Napoli – 2016), al Lower Manhattan Cultural Council (New York – 2011), alla Galleria Nazionale (Roma – 2017), al Petah Tikva Museum of Art (Petah Tikva – 2017), al Museo Archeologico di Salerno (Salerno – 2014) American Academy in Rome (Roma – 2013), Museo Villa Croce (Genova – 2012), Palazzo delle Esposizioni (Roma – 2008), Chelsea Art Museum (New York – 2009), BJCEM (2014), tra gli altri.
Tosatti è anche giornalista, è stato direttore del settimanale “La Differenza” e collabora con diversi giornali italiani come editorialista.