L’artista tedesco Timo Helgert, direttore creativo e fondatore di Vacades, ci regala alcune immagini suggestive che vedono la natura protagonista di alcuni degli scenari più fotografati al mondo. Se gli ambienti surreali di Paul Milinski propongono nuovi spazi in cui il verde della natura incontra gli oggetti e le architetture dell’uomo, quelle di Timo Helgert sono architetture e paesaggi completamente invasi da una flora e da una fauna oniriche.
Costretti alla quarantena dentro le nostre case, con negozi chiusi e strade deserte, è anche la natura a trarre un grande giovamento. Il lockdown sta funzionando come una sorta di cura per l’ambiente. L’inquinamento sta calando notevolmente e gli animali selvatici che, nella quiete ritrovata, sfilano tra le vie delle città di tutto il mondo, offrono uno spettacolo che non si vedeva da tempo.
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Per allentare la paura e puntare l’attenzione sugli aspetti positivi della quarantena, Timo Helgert inaugura il progetto The return of nature, una rivisitazione tridimensionale dei luoghi più fotografati del mondo. Sul suo profilo Instagram, l’artista ci mostra brevi video in cui compaiono le città maggiormente colpite dal virus ammantate di fiori e farfalle. Finora sono comparse Milano, New York, Agra, Madrid, Tokyo e Berlino che forse ospita il filmato più suggestivo con un grosso serpente che striscia fra i vagoni della metropolitana.
Come lo stesso Helgert ha specificato, l’idea alla base del progetto è quella di fornire un’alternativa al bombardamento mediatico che, nella maggior parte dei casi, non fa altro che alimentare la paura e l’ansia collettiva. L’artista, al contrario, ha cercato di infondere sentimenti di speranza e alleggerire emotivamente le persone che soffrono durante i difficili momenti che stiamo affrontando. La volontà è anche quella di ispirare tutti coloro che sono chiusi a casa e fornire la possibilità di godere dello spettacolo della natura seduti sui nostri comodi divani.
«Vedo la mia pagina Instagram come un parco giochi e un laboratorio per nuove idee e concetti. I miei fan possono aspettarsi più post a settimana e voglio che sia molto interattivo. Tante idee e video sono direttamente influenzati dai commenti e dalle reazioni della mia fan base. L’idea originale era basata sul treno e successivamente i vagoni del treno delle metropolitane. Ho reinventato una serie di diversi interni urbani, dalla Galleria Vittorio Emanuele di Milano al Brooklyn Bridge di New York, l’interno del Museo del Prado di Madrid, la metropolitana di Berlino.
Quando si è verificato il blocco di Covid 19, ho sentito l’isolamento e la solitudine per la
prima volta, che doveva essere stato molto difficile anche per le persone in altri paesi già da settimane. Quindi ho pensato molto all’argomento, realizzando che la maggior parte dei media tradizionali sta cercando di creare paura e le persone sono stressate. Quindi volevo riprendere le mie serie di opere esistenti e renderle più belle, edificanti e stimolanti», ha spiegato Helgert.
Una natura tra fantasia e realtà
Tuttavia, i video di Helgert proiettano anche altri ragionamenti. Possono farci riflettere sul comportamento di una natura che, giorno dopo giorno, si sta riappropriando di tutti quei luoghi dei quali l’uomo si è impadronito nel corso dei secoli. Certo, immaginarsi una natura che invade gli spazi di un museo, forse sarebbe fin troppo surreale.
Ma a pensarci bene, negli ultimi giorni abbiamo osservato tantissime specie di animali riprendersi gli angoli delle città più affollate in Italia: dalle passeggiate indisturbate delle anatre in Piazza di Spagna, alla nidificazione dei germani reali a piazzale Roma, a Venezia, una volta affollatissimo, fino al ritorno di cicogne e delfini in zone ormai troppo industrializzate per poterli accogliere.
Dunque vedere la natura riappropriarsi di paesaggi urbani quasi completamente cementizzati, sembra davvero lo specchio di una nuova realtà. Di conseguenza dovrebbe farci discutere sul posto che gli esseri umani occupano all’interno di un mondo dominato da millenni di antropocentrismo.
Le parole del filosofo Leonardo Caffo, scritte qualche anno fa ma ora più che mai attuali, possono fornirci un ulteriore spunto di riflessione: «L’antropocentrismo è costruito sulla presunta superiorità dell’umano sulle altre forme di vita. In realtà siamo della stessa sostanza di tutti gli altri esseri viventi. L’umanità, oggi fragile come non mai, sta per entrare in una nuova e inaspettata era della sua evoluzione».
Che i video di Timo Helgert possano fornirci il prospetto di un possibile futuro – coeso e di rispetto reciproco – fra uomo e natura?