In questi lunghi e difficili mesi, molti hanno riscoperto una nuova quotidianità, un diverso rapporto con le proprie abitudini, un’altra modalità di vivere e di attraversare gli spazi più familiari, soprattutto quelli domestici. Per alcuni è stata una piacevole avventura, per altri potrebbe essere stato un incubo. Da questa ambivalenza prende le mosse Mascarilla 19 – Codes of Domestic Violence, il primo progetto promosso dalla neonata Fondazione In Between Art Film, fondata e presieduta da Beatrice Bulgari e diretta da Alessandro Rabottini.
Giù la maschera dalla violenza domestica
Mascarilla 19, Mascherina 19, è il nome della campagna lanciata dal premier spagnolo Pedro Sanchez che, accogliendo l’appello del Segretario Generale dell’ONU Antonio Gutierrez, dà conto dello spaventoso aumento di abusi durante la pandemia, quando molte donne, a causa del lockdown, si sono ritrovate prigioniere delle mura domestiche e impossibilitate a richiedere aiuto. È nato così un sos segreto, una parola in codice, Mascarilla 19, appunto, che le vittime di violenza potevano usare con il personale di tutte le farmacie in Spagna, permettendo così l’avvio di un protocollo d’emergenza.
«Mi ha folgorato un articolo di un quotidiano che parlava di Mascarilla 19, una parola in codice che le donne possono usare in Spagna per chiedere aiuto, quando sono in una situazione di violenza domestica anche psicologica, rivolgendosi a una qualunque farmacia.
I farmacisti sono allertati e mettono subito in atto un protocollo destinato a raccogliere la richiesta di aiuto e procedere quindi alla protezione della vittima. Questo progetto è germogliato come una risposta vitale, politica e umana per reagire allo stallo fisico e operativo a cui tutti noi siamo stati costretti», ci raccontava Beatrice Bulgari, in questa intervista.
Le voci di Mascarilla 19
Curato da Rabottini, Leonardo Bigazzi e Paola Ugolini, Mascarilla 19 ha coinvolto otto artisti internazionali, invitati a confrontarsi col tema della violenza domestica, affrontata in questa inedita situazione di isolamento: Iván Argote (Colombia/Francia, 1983), Silvia Giambrone (Italia/Inghilterra, 1981), Eva Giolo (Belgio, 1991), Basir Mahmood (Pakistan/Paesi Bassi, 1985), MASBEDO (Italia, Nicolò Massazza, 1973 e Iacopo Bedogni, 1970), Elena Mazzi (Italia, 1984), Adrian Paci (Albania/Italia, 1969), Janis Rafa (Grecia, 1984).
I video, prodotti dalla Fondazione In Between Art Film, offrono prospettive diverse su un tema comune, esplorando linguaggi e dimensioni differenti, dalla denuncia di natura documentaristica all’interpretazione simbolica e psicologica delle dinamiche relazionali. E per aprire la visione a più occasioni possibili di confronto, le opere di Mascarilla 19 saranno proiettate in alcune delle più prestigiose istituzioni italiane e straniere, a partire dalla première mondiale in del MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma, dove le opere, presentate ieri, 14 ottobre, rimarranno in visione fino al 31 ottobre 2020. I video saranno poi ospitati da Lo schermo dell’arte – Festival internazionale di cinema e arte contemporanea (Firenze, 10-14 novembre), da Triennale Milano Teatro (Milano, 23 novembre) e dal Teatrino di Palazzo Grassi (Venezia, 1 dicembre).
In esclusiva per exibart, ecco una clip tratta da Flowers blooming in our throats, video di Eva Giolo.