“Suoni di Snow” è la mostra che il grande artista canadese Michael Snow, famoso fin dagli anni Sessanta per i suoi film sperimentali, ha ideato per Base / progetti per l’arte di Firenze. Il progetto, a causa della restrizione sanitaria che ha portato a chiudere musei e associazioni culturali, non ha inaugurato in presenza il 14 novembre come avrebbe dovuto, ma è stato fruito da un vasto pubblico grazie a una diretta streaming sul profilo Instagram di Base. Tale modalità è stata permessa dal fatto che al centro del suo progetto ci sia la riflessione sul medium del suono.
L’artista ha avuto modo, nel corso della sua lunga carriera, di confrontarsi in vari modi con la fruizione di opere collegate al suono, sia come pianista professionista di musica jazz che come artista nelle sue narrazioni video. Grazie a questa sua predisposizione, Michael Snow ha ideato per quest’occasione un evento speciale connesso alla diffusione della mostra sui canali virtuali del web. Non si è trattato semplicemente di spostare i contenuti dalla fruizione in presenza a quella online, bensì di un progetto virtuale capace di porre domande importanti su che cosa possiamo intendere oggi per fruizione di un evento, visto che viene mediato da piattaforme digitali: consiste in un evento originale e speciale? oppure si tratta semplicemente di qualcosa di riprodotto/tradotto da canali differenti? il suo scopo è favorire l’accessibilità da parte di pubblici differenti? o è quello di rendere lo spazio fisico un archivio, piuttosto che luogo di incontro?
La partitura narrativa di Michael Snow
Michael Snow, che fin dagli anni Sessanta ha lavorato su come i mezzi di riproduzione filmica e del suono influissero sul concetto di evento e di esperienza dell’arte, ha interagito con queste domande proponendo per Base un dialogo tra tre opere, due video e un’installazione sonora, in modo che la riproduzione alternata producesse una fruizione unica e irripetibile.
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Per la diretta online ha invece ipotizzato la narrazione di due ore, utilizzando le sue opere precedenti come strumenti musicali che reagiscono a una partitura preordinata, che è stata descritta da lui stesso nel seguente modo: «La sequenza deve essere ripetuta per due volte: prima l’opera video (proiettata nella sala grande): Snow In Vienna – 34 minuti, seguita dall’opera audio (diffusa nella seconda stanza con una cassa amplificata): Room – 6 minuti (3 minuti, ma ripetuto per due volte). L’esperienza continua con l’opera video (proiettata nella sala grande): Cityscape – 9 minuti, seguita a sua volta dall’opera sonora (diffusa nella seconda stanza con una cassa amplificata): Room – 9 minuti (3 minuti, ma ripetuti per 3 volte)».
I prossimi tasselli di Base
Base/progetti per l’arte, durante il primo lockdown, quando tutti musei, curatori e artisti mettevano contenuti sul web, ha deciso di non produrre materiali alternativi, piuttosto di prendersi il proprio tempo per comprendere meglio la situazione. Questa seconda emergenza ha indotto il collettivo di artisti di Base a cercare di interrogarsi sulle nuove potenzialità di utilizzare dello spazio virtuale, intendendolo come spazio di azione e non solo di diffusione dei progetti d’arte.
Il primo tassello è stato per l’appunto la mostra di Michael Snow, mentre il secondo sarà il progetto di Cesare Viel, artista italiano che ha lavorato da sempre sulla parola e sulla performance – come ha dimostrato la recente mostra al Pac di Milano – che si inaugurerà a gennaio 2021. Tra i due eventi/mostra saranno realizzati nuovi progetti attraverso i quali il collettivo di Base si sta interrogando a 360 gradi sul tema dell’evento a distanza.
Il programma di incontri online, che rientra nell’evento “Inverno fiorentino”, si terrà sui canali social di Base / progetti per l’arte tutti i martedì, giovedì e domeniche dalle ore 19 alle ore 20. I progetti online proposti non nascondono delle contraddizioni di fondo che dovranno essere prima o poi affrontate a livello collettivo. Contraddizioni che sono espresse anche da alcune domande come: che ricadute ci saranno per questa tipologia di progetti, un allargamento del pubblico o uno svuotamento dei musei? i musei diventeranno soltanto degli archivi oppure potremo avere una nuova democratizzazione della fruizione dell’arte e di un dibattito reale e allargato, che era venuto a mancare negli ultimi anni?
(Lorenzo Bruni)