20 dicembre 2025

Musica per una fine, Morricone incontra Pasolini: il trailer del documentario

Le parole di Pier Paolo Pasolini e la musica di Ennio Morricone tornano a incontrarsi in "Musica per una fine", documentario che racconta la prima esecuzione dal vivo per coro e orchestra dell’opera composta da Morricone sul testo della poesia "Gli italiani", recitata dallo stesso Pasolini

di Redazione

Musica per una fine, Morricone incontra Pasolini: il trailer del documentario

Nel Teatro Verdi di Firenze, le parole di Pier Paolo Pasolini tornano a vibrare insieme alla musica di Ennio Morricone. È da questa convergenza che nasce Musica per una fine, il documentario prodotto da K-array e curato da WE RAD, disponibile online ad accesso libero. Il racconto restituisce tutta l’intensità di un’opera che, per la prima volta, viene eseguita dal vivo nella sua versione per coro e orchestra. Il progetto nasce dall’incontro tra Andrea Torelli di K-array e Anna Leonardi di SZ Sugar. Musica per una fine racconta il dietro le quinte di questa prima esecuzione, seguendo il percorso che ha portato alla rielaborazione dell’opera come musica assoluta: una partitura per coro a quattro voci miste e orchestra, accompagnata dal nastro con la registrazione originale della voce di Pasolini. Il film alterna prove, testimonianze e immagini della serata fiorentina, componendo un racconto che non si limita alla documentazione dell’evento, ma ne interroga il senso profondo.

L’apertura del film è affidata alla voce stessa di Pasolini, che recita i versi de Gli italiani: parole dure, lucidissime, che attraversano il tempo senza perdere urgenza. Su di esse si innesta la partitura di Morricone, chiara e avvolgente. L’esecuzione dal vivo, affidata all’Orchestra della Toscana e al Coro Harmonia Cantata, diretti da Raffaele Puccianti, diventa così il cuore pulsante del documentario.

Il valore civile del testo pasoliniano resta centrale. La poesia Gli italiani — con la sua analisi spietata dell’indifferenza, della viltà, dell’incapacità di assumersi responsabilità collettive — risuona oggi con una forza forse ancora più evidente, in un contesto globale attraversato da conflitti, crisi ambientali e fratture sociali.

Il film si inserisce nel programma Beyond Sound Towards Meaning, di cui rappresenta il primo episodio. L’iniziativa promossa da K-array intende esplorare il suono non come semplice veicolo tecnico ma come luogo di significato, capace di veicolare valori, memoria e visioni del mondo, mantenendo la tecnologia in una posizione volutamente discreta. Cura, delicatezza e rispetto per l’eredità culturale di Morricone e Pasolini guidano l’intero progetto, che si muove sul terreno fragile dell’ascolto e della responsabilità.

Come ricorda Torelli nel documentario, la “fine” evocata dal titolo non va intesa solo come conclusione o perdita ma come soglia: un possibile nuovo inizio, un invito a prendere posizione attraverso il linguaggio della cultura, intesa non come lusso ma come diritto.

La storia stessa del brano rafforza questa lettura. Nato come segmento della colonna sonora del film Pasolini, un delitto italiano di Marco Tullio Giordana, l’opera fu estratta da Morricone e lasciata vivere di vita propria. Al suo interno convivono le due anime del compositore: quella cinematografica, evocativa e narrativa, e quella della musica assoluta, strutturale e sperimentale. In Musica per una fine queste dimensioni non si oppongono, ma si riconciliano, offrendo uno dei ritratti più completi e complessi del percorso artistico del Maestro.

Il documentario si chiude con un gesto intimo e misurato: la lettura delle parole di gratitudine di Maria Travia, moglie di Morricone, tratte da una lettera manoscritta. Un epilogo che restituisce umanità e misura a un progetto che, proprio nella sua sobrietà, riesce a trasformare un’esecuzione musicale in un atto di memoria condivisa.

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