In occasione del Noor Riyadh Festival, una delle iniziative di arte pubblica più grandi a livello mondiale, tenutosi dicembre 2023 a Riyadh, la capitale dell’Arabia Saudita, lo Studio Drift ha presentano una nuova performance aerea, Desert Swarm. Realizzata attraverso l’utilizzo di 3mila droni, che hanno volato in maniera coordinata a imitare uno stormo di uccelli, l’opera è entrata anche nel Guinness dei primati.
Fondato nel 2007 dagli artisti olandesi Lonneke Gordijn (1980) e Ralph Nauta (1978), lo Studio Drift oggi è un team multidisciplinare di 65 persone e lavora su sculture, installazioni e performance esperienziali. Grazie alla tecnologia, le opere di DRIFT mettono in luce i parallelismi tra le strutture artificiali e quelle naturali attraverso processi decostruttivi, interattivi e innovativi. Tutti i loro progetti hanno la capacità di trasformare gli spazi e non sempre rientrano nei confini ristretti di un museo o di una galleria anche se spesso dialogano con l’architettura. Come nel caso dell’opera realizzata nel 2021, in occasione del quinto anno dall’inaugurazione della Elbphilharmonie di Amburgo progettata da Herzog & de Meuron, quando Studio Drift realizzò Breaking Waves, una performance con centinaia di droni che illuminarono la facciata dell’edificio.
Al Noor Riyadh Festival, Studio Drift ha invece presentato Desert Swarm, descritta dagli stessi autori come «Una miscela poetica di arte e tecnologia». Basata su complessi modelli algoritmici sviluppati in oltre dieci anni di ricerca sul comportamento di volo degli stormi, l’opera d’arte ne imita il comportamento, creando l’illusione di uno stormo di uccelli che fluttua all’unisono sopra il cielo notturno e reagisce allo spazio intorno. Suggestivo ma a tratti un po’ disturbante – considerando i venti di guerre che ormai si conducono anche con i droni – e dai toni cupi anche per questioni ambientali. Sembra ormai una evidenza scientifica che l’inquinamento luminoso – in crescita del 2% all’anno – contribuisca a causare la morte di milioni di uccelli. Attratti dalla luce artificiale di notte, gli uccelli migratori sono disorientati e possono finire per girare in tondo in aree illuminate, aumentando esponenzialmente il rischio di collisioni fatali contro i grattacieli specchianti.