Opere d’arte contemporanea, per trasformare un luogo storico in uno spazio metafisico dedicato al dialogo tra le culture. Navid Azimi Sajadi ritorna in Sicilia per una nuova residenza d’artista alla Zisa, organizzata dalla Soprintendenza per i beni culturali e ambientali di Palermo in collaborazione con MondoMostre. Nel giardino del palazzo normanno, l’artista iraniano ha realizzato una serie di nuove installazioni con la partecipazione del pubblico, a partire dalla comunità del quartiere, dando inizio alla seconda parte del progetto “Oriente e Occidente. Allegorie e simboli della tradizione mediterranea”, già avviato al complesso monumentale del duomo di Monreale con una prima mostra aperta fino al 3 novembre. Attraverso le sue opere, esposte tra le decorazioni di nicchie a muqarnas della Zisa – riconosciuto dall’Unesco come importante testimonianza della coesistenza di popoli di differenti origini e religioni – l’artista guida il pubblico in un viaggio che dal passato giunge al presente e guarda al futuro, stabilendo dialoghi e confronti tra epoche e culture.
«Con il laboratorio a cielo aperto alla Zisa si completa il progetto di Navid Azimi Sajadi, l’artista a cavallo tra due culture che ci ha già regalato interessanti suggestioni con le opere esposte al Chiostro di Monreale, attraverso cui si realizza un incontro artistico fra oriente e occidente», ha sottolineato l’assessore dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà. «Si tratta di un progetto fortemente voluto dall’assessorato dei Beni culturali che si offre come esperienza concreta di condivisione dello stile e dell’opera dell’artista, ma anche come opportunità di entrare in sintonia con la parte più antica della nostra cultura».
La prima installazione si intitola Sigillum ed è visibile al primo piano: una suggestiva costellazione di ceramiche e smalti su foglia oro e grafiche, segno distintivo del lavoro di Sajadi, che come un insieme di frammenti e cocci raccolti negli abissi, testimonia un viaggio nel mare agitato e caotico interiore dell’artista. E come le stelle guidavano i navigatori verso una meta, così Sigillum conduce ad un luogo metafisico, dove l’inquietudine diventa profonda spiritualità.
«Credo moltissimo nella valorizzazione dei complessi monumentali tramite l’arte contemporanea», ha commentato la soprintendente ai Beni culturali di Palermo, Selima Giuliano. «Navid Azimi Sajadi ha un legame stretto con i siti e trae spunto dall’apparato decorativo dei luoghi per immaginare nuove connessioni. Sarà bellissimo vedere come i visitatori interagiranno con il suo lavoro».
Al complesso monumentale del Duomo di Monreale è ancora in corso il primo capitolo della mostra, collegata al Chiostro più famoso del Mediterraneo e alle storie raccontate attraverso i suoi capitelli, organizzata dalla Soprintendenza per i Beni culturali e ambientali di Palermo in collaborazione con l’Arcidiocesi di Monreale e con MondoMostre. Un percorso espositivo complesso e sfaccettato che si era inaugurato ad ottobre scorso ma poi, complice la pandemia che ha di fatto chiuso i siti culturali, non ha potuto seguire il suo corso naturale. Ha riaperto a maggio ed è stato mantenuto fino al 3 novembre, in maniera da rendere la mostra fruibile ai turisti che pian piano stanno tornando in Sicilia e scelgono di visitare i tesori di Monreale.
«Ripartiamo dopo la pandemia con la consapevolezza che bisogna investire sulla bellezza e sulla cultura, unendo le forze di pubblico e privato», ha sottolineato Simone Todorow, AD di MondoMostre. «Soltanto così potremo superare questo periodo terribile che ha azzerato il lavoro di anni. La Zisa e Sajadi sono un simbolo di come l’arte può diventare storia, tradizione ritrovata, comunità».
Per valorizzare questa riapertura, è scaricabile gratuitamente l’app sviluppata per MondoMostre dallo studio “ingegneria delle due Culture” sulle musiche originali create appositamente dal maestro Pinuccio Pirazzoli, dedicate al racconto di una selezione di capitelli del chiostro che permette di scoprirne dettagli straordinari.