Cosa resta del terremoto che, il 23 novembre 1980 – era una domenica – alle 19:30 circa, colpì le aree centrali della Campania e della Basilicata? Qualcosa resta, è il titolo del documentario di Pasquale Napolitano, prodotto da Nephila Film, con il contributo della Campania Film Commission, che sarà proiettato in occasione della rassegna “Incontro con l’autore”, promossa da Magazzini Fotografici, a Napoli. All’incontro interverranno Renato Grieco, sound artist che ha curato i suoni del film, Pietro Nunziante, Professore di disegno industriale dell’Università Federico II di Napoli, che ha donato anche una sua testimonianza nel film, e Daniela Allocca, scrittrice e curatrice.
“Qualcosa resta” è un viaggio tra i luoghi e le comunità irpine a 40 anni dal sisma che ne ha modificato la fisionomia, sia dal punto di vista topografico che antropologico. Un racconto del presente di questi territori, a partire da quella fase storica, seguendo le ferite del terremoto e ripercorrendo l’effervescenza critica della ricostruzione. «Un film poli-tematico che si focalizza sull’analisi e il racconto degli spazi, il racconto di quei segni che con la loro presenza restano come monumenti ad una fase storica del nostro paese, ed allo stesso tempo sono in grado di raccontarne in maniera vivida le conseguenze nel presente», spiegano dall’organizzazione. Il documentario riporta le voci e i volti di testimoni e narratori che hanno in comune un legame sentimentale verso l’Irpinia e la conoscenza profonda del territorio.
Esperto di visual design e comunicazione audiovisiva, Pasquale Napolitano è docente di Metodologia e Tecniche dell’Audiovisivo presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Oltre alla sua esperienza accademica, è un multimedia designer e video-maker che ha partecipato a numerose mostre, rassegne, residenze e festival in Italia ed Europa. Nella sua carriera di video-maker, ha diretto numerosi documentari, concentrandosi soprattutto su temi artistici. Ha realizzato diverse installazioni audiovisive ambientali e ha lavorato su numerosi progetti di video-arte e motion design. In tutte le forme espressive che utilizza c’è un elemento comune: il raccontare spazi.