13 aprile 2022

The Empty: la raffinata meditazione sulla solitudine, di Jeong Dahee

In The Empty, pluripremiato cortometraggio di animazione, Jeong Dahee riflette in maniera poetica e senza sentimentalismi sulla solitudine delle persone e delle cose

di Redazione

The Empty: la raffinata meditazione sulla solitudine, di Jeong Dahee

Il rapporto critico tra individui e cose, tra memoria e immagine, nello spazio di una camera da riempire e svuotare. Quadri, comodini, piante, pile di libri, abat-jour, addossati alle pareti e poi portati via, «E ancora una volta sono rimasto solo». Poetiche, malinconiche ma anche ironiche, crude, semplici e suggestive, minimali ed evocative, sono le immagini che scorrono, le une dalle altre, le une nelle altre, nei poco meno di 10 minuti di The Empty, il pluripremiato video di animazione di Jeong Dahee, regista coreana di base a Gwacheon. Presentato già nel 2016, proiettato in più di 100 festival in tutto il mondo, vincitore di premi speciali all’Hiroshima International Animation Festival e al Sedicicorto International Film Festival, in Italia, il cortometraggio è stato caricato integralmente su Vimeo in questi giorni.

 

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Jeong Dahee ha studiato Design della Comunicazione a Seoul. Dopo aver lavorato nella pubblicità, ha conseguito un Master in Animazione all’ENSAD di Parigi. Dal 2013 Dahee lavora come regista e produttrice indipendente di film d’animazione. Il suo primo film, Man on the Chair (2014), è stato presentato alla Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes, ha vinto il Cristal Grand Prix all’Annecy Int’l Animated Film Festival. È stata invitata alla residenza di animazione all’Abbazia di Fontevraud, in Francia nel 2013 e nel 2017 e alla residenza di mentoring alla Cinémathèque québécoise, in Canada. Il suo ultimo film, Movements (2019), è stato presentato alla Quinzaine des Réalisateurs Festival di Cannes. È membro dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences e ha insegnato nel dipartimento di Visual Communication Design della Hongik University.

In The Empty, il soggetto è la camera di una donna, nella quale le memorie si accumulano e scompaiono continuamente, come polvere. Un uomo trascorre il suo tempo in questo spazio, immaginando piccoli giochi queste memorie. «Ogni animazione ha bisogno di un luogo. The Empty si svolge in una camera e una camera rappresenta la storia di una persona. Il pavimento può diventare più piccolo, i libri possono scomparire ma tutte le cose in una camera contengono le tracce di qualcosa», spiega Dahee. Le animazioni di The Empty raccontano magistralmente la sensazione di uno spazio che scompare ma evitano la nostalgia. Più che un compianto, è una meditazione sulla solitudine, una riflessione sul modo di affrontare lo scorrere del tempo e anche dello spazio.

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