Dopo la selezione ufficiale in importanti Festival internazionali di Film d’Arte come il FIFA di Montrèal in Canada e il Beirut Art Film Festival, esce nelle sale cinematografiche italiane, l’11, il 12 e il 13 aprile, il documentario biografico “TINTORETTO. L’ARTISTA CHE UCCISE LA PITTURA”.
Un racconto filmico in collaborazione con la rete televisiva franco-tedesca ARTE, con la regia di Erminio Perocco e le musiche di Carlo Raiteri e Teho Teardo, che ci conduce nei luoghi che videro muoversi e operare Tintoretto, nella Venezia del Cinquecento, rievocando le atmosfere del tempo. Irrequieto e caparbio, determinato nella costruzione della propria carriera, Tintoretto volle contrapporsi allo stile e alle mode, giungendo per primo a sfaldare la pennellata, imponendo prospettive diverse all’interno di uno stesso quadro, soluzioni inattese e audaci che – coniugando le esperienze della pittura, della scultura e dell’architettura – diedero vita a narrazioni complesse, storie che si svolgono dinnanzi agli occhi dello spettatore, fino ad assorbirlo e a renderlo parte delle stesse.
Tintoretto, dunque, come un regista cinematografico ante litteram, in grado di trasporre in pittura l’azione scenica e la forza espressiva dei movimenti dei corpi, come evidenzia il documentario con fascinosi tableux vivant. Modernità e spirito rivoluzionario di una artista geniale che il film prova a investigare carpendo i suoi pensieri, i segreti della sua tecnica e gli studi preparatori e inquadrando il contesto storico e politico. Ma anche attraverso i contributi di importanti studiosi e guests star – Robert Echols (curatore dell’ultima grande mostra a Venezia sull’artista), Roland Krischel Antonio Manno, Stefania Mason, Gabriele Matino, Miguel Falomir (Direttore del Prado di Madrid), Fabrizio Gazzarri, Mario Infelise, Roberto Mazzetto, Luciano Pezzollo, Jorge R. Pomboscrutando.
E soprattutto scavando, con la macchina da presa, nelle sue opere drammatiche e travolgenti: quegli enormi teleri realizzati per gli edifici pubblici veneziani, Scuole e Chiese, soprattutto, fino al Palazzo Ducale cuore del potere e del governo cittadino. Dal potente e rivoluzionario San Marco libera lo schiavo del 1548 alla Presentazione della Vergine al Tempio (1551 – 1556) realizzata per la Madonna dell’Orto; dalla monumentale Crocefissione (1565) della Scuola Grande di San Rocco alla strabiliante e gigantesca tela con il Paradiso (1588) per la Sala del Maggior Consiglio nel Palazzo del Doge.