La nuova stagione de La Grande Arte al Cinema di Nexo Digital torna nelle sale italiane con un docufilm dedicato a uno dei pittori simbolo di Venezia e del Rinascimento: Tiziano Vecellio (1488/1490 –1576). L’appuntamento è per il 3, 4, 5 ottobre con “Tiziano. L’impero del colore”, diretto da Laura Chiossone e Giulio Boato e scritto da Lucia Toso e Marco Panichella con la supervisione di Donato Dallavalle, una produzione Sky, Kublai Film, Zetagroup, Gebrueder Beetz e Arte ZDF.
Il docufilm ripercorre quasi un secolo di vita di quel ragazzo che, all’aprirsi del 1500, in una città coperta d’oro che svetta ammiratissima sopra una foresta sommersa, scende dalle montagne del Dogado per essere ricordato come “il più eccellente di quanti hanno dipinto”. Straordinario artista e geniale imprenditore di se stesso, tanto innovativo nella composizione di un’opera quanto nel saperla vendere, Tiziano diviene in pochi anni pittore ufficiale della Serenissima e sommo artista ricercato dalle più ricche e famose corti d’Europa. Da Ferrara a Urbino, da Mantova a Roma fino alla Spagna di Carlo V e di suo figlio Filippo II, Tiziano attraversa il secolo illuminandolo con i suoi dipinti e ispirando artisti di tutte le epoche successive. Perfetto interprete della religione e della mitologia e ritrattista di immediata potenza espressiva, domina il suo tempo oscurando i contemporanei, sempre tenendo fede al suo motto: “l’arte è più potente della natura”.
In “Tiziano. L’impero del colore”, esperti, critici, studiosi e artisti internazionali raccontano la vita e lo stile dell’artista, il suo temperamento, le sue ambizioni. E poi la Venezia che, per tutta la sua esistenza, rimarrà la base operativa da cui spostarsi per conquistare e creare un “impero del colore”, una fucina creativa eccezionale capace di accogliere viaggiatori e influenze provenienti da tutto il mondo.
Ce lo raccontano, nel film, Amina Gaia Abdelouahab, curatrice indipendente e storica dell’arte, co-founder e vicepresidente di Progetto A, Bernard Aikema, Professore di Storia dell’arte moderna all’Università di Verona, Brunello Cucinelli, stilista e imprenditore, finanziatore del Foro delle Arti, Francesca Del Torre, assistente scientifica all’Istituto di storia dell’arte della Fondazione Cini e curatrice per la pittura italiana del Rinascimento al Kunsthistorisches Museum di Vienna, Miguel Falomir Faus, Direttore del Museo Nacional del Prado a Madrid, studioso di pittura italiana del Rinascimento e del Barocco, Sylvia Ferino-Pagden, curatrice di mostre, in precedenza Curatrice della Pittura rinascimentale italiana e Direttrice della Pinacoteca del Kunsthistorisches Museum di Vienna, Jeff Koons, uno degli artisti più influenti e seguiti al mondo, Patrizia Piscitello, storica dell’arte, curatrice, responsabile Ufficio mostre e prestiti e Curatrice collezioni del Cinquecento del Museo e Real Bosco di Capodimonte di Napoli, Tiziana Plebani, storica, cultrice di Storia moderna all’Università Ca’ Foscari di Venezia, in precedenza responsabile del Dipartimento Storia e Didattica della Biblioteca Nazionale Marciana, Giorgio Tagliaferro, Professore Associato in Arte Rinascimentale all’Università di Warwick con un Ph.D. in Storia dell’arte all’Università Ca’ Foscari di Venezia.
A comporre le vicende dell’artista anche le indagini sui suoi affetti, come quello per l’amatissima figlia Lavinia, e sui rapporti con le grandi personalità del suo tempo: il Duca di Ferrara Alfonso I; il poeta e intellettuale Pietro Aretino, rockstar del Rinascimento; la Marchesa di Mantova, collezionista e mecenate senza eguali, Isabella d’Este; l’imperatore Carlo V; il Papa Paolo III; il re di Spagna Filippo II; il celebre “rivale” Jacopo Tintoretto.
Se per tre secoli la tomba di Tiziano, ucciso dalla peste nel 1576, sarà decorata solo da una lapide, la sua produzione influenzerà i grandi artisti delle epoche successive e continua tuttora a dialogare con i contemporanei come spiega nel docufilm lo stesso Jeff Koons, raccontando la sua assoluta fascinazione per il gesto pittorico e la bottega di Tiziano: elementi che lo accomunano, a distanza di oltre quattrocento anni, al rivoluzionario pittore veneziano.