25 febbraio 2020

Turbofilm e fine del mondo, la ricetta di Alterazioni Video

di Alice Bortolazzo

Turbofilm e fine del mondo, la ricetta di Alterazioni Video

Si è svolta mercoledì 19 febbraio, al Cinema Farnese di Roma, una serata di turbo-proiezioni e performance targata Alterazioni Video. L’evento, a cura di Giuliana Benassi in collaborazione con artQ13, è nato dal desiderio di artisti e curatrice di riprogrammare la riproduzione del film “Guerra e Pace”, dopo che era stato bloccato da pressioni politiche durante la mostra “Mirabilia Urbis” dello scorso ottobre, sempre curata dalla Benassi. Arricchito con ulteriori proiezioni, interventi di ospiti esterni e improvvisazioni live del team Alterazioni al completo, il nuovo appuntamento è stato infine presentato come una screening-performance inedita del collettivo milanese. Incipit della serata il sopracitato video, prodotto dal Milano Film Festival, che indaga la tematica e l’estetica delle fake news in Russia, tra interviste a cittadini succubi di psicosi collettive e commenti del filosofo Alexander Dugin. Nell’estratto di Guerra e Pace che vi pubblichiamo e che si rivela disgraziatamente attuale in questi giorni – si ringraziano gli artisti per la concessione del video –, si assiste per esempio al resoconto della scorta alimentare di una coppia ossessionata dall’arrivo della III Guerra Mondiale, da cui trapela una tragicomica delusione per la mancata apocalisse e per le provviste marcite. La serata è proseguita tra intrusioni sul palco, ulteriori proiezioni e l’intervento di ospiti come l’artista Ragnar Kjartansson in collegamento live da Reykjavik, lo scrittore e comico Filippo Anniballi, il cantante neo melodico Loris Gentile, il critico cinematografico e filosofo Giovanni De Dona’. Ma alla fine, è venuto spontaneo chiederselo: cos’è di preciso un “turbofilm”? “Un processo creativo condiviso e temporaneo, dove il tempo è dettato dall’entusiasmo che siamo in grado di generare con le comunità che incontriamo sul set. Un tempo breve in quanto il set diviene una sospensione del quotidiano ed ha per forza di cose una durata limitata”, spiegano gli artisti. “Le comunità avvertono il senso di emergenza che creiamo. Spesso scegliamo situazioni che derivano da ricerche di tipo giornalistico-investigativo, ma poi cerchiamo insieme ai locali l’aspetto surreale e creativo, per “reagire” alla realtà e trovare nuovi punti di vista”. Non resta che attendere il prossimo capitolo della rassegna, che vedrà il collettivo di artisti in missione in Siberia per documentare un team di scienziati impegnati nel tentativo di salvare il pianeta dalla distruzione, ripopolandolo di Mammuth.

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