Se le metamorfosi della mitologia greca ci sembrano eventi mirabolanti e fantasiosi, non si può dire che la realtà sia tanto meno stupefacente, anzi. In fondo, se in quel caso si trattava di qualche capriccio divino dovuto tuttalpiù a passioni amorose e vendette, nella nostra epoca le cose si sono fatte decisamente più complicate. Altro che cigni e alberi d’alloro, insomma, perché oggi gli esseri umani si sono trasformati in informazioni, numeri, dati. Stringhe di codice interpretate da intelligenze artificiali – questa sorta di deus ex machina, in senso letterale – che subentrano alla nostra percezione del quotidiano, influenzando il senso del tempo e dello spostamento. Meraviglioso, in un certo senso, ma anche inquietante, per altri versi. Tante sono le domande alle quali la tecnologia ha risposto, aprendone però il doppio per l’immediato futuro, soprattutto alla luce degli eventi degli ultimi mesi. È giusto diffidare dalle applicazioni di tracciamento del virus? Riescono a proteggere la nostra privacy o ci espongono al rischio di una sempre minore autonomia individuale? E, soprattutto, ha ancora senso di parlare di individualismo nelle democrazie contemporanee? Sono solo alcuni degli spunti sui quali il Goethe-Institut di Roma – che porta avanti diversi altri progetti dedicati all’utilizzo delle nuove tecnologie, come Storie digitali. Libri e narrazioni al tempo delle app – ha invitato a riflettere quattro artisti ed esperti di web, big data e intelligenza artificiale, in occasione di Zukunftsfragen, serie di interviste condotte da Valentino Catricalà, Joachim Bernauer e Antonella Perin.
A fornire il loro punto di vista, partendo dalla propria ricerca e dalle proprie esperienze, saranno Paolo Cirio, artista e hacktivista, Lorena Jaume-Palasì, fondatrice di The Ethical Tech Society, organizzazione no profit dedicata alla comprensione dei risvolti sociali della tecnologia, Peter Weibel, artista post-concettuale austriaco e teorico dei media, direttore del ZKM Center for Art and Media di Karlsruhe, Moritz Stefaner, artista e ricercatore tedesco, specializzato nella visualizzazione dei big data e collaboratore di organizzazione quali OCSE e World Economic Forum. Le interviste saranno pubblicate integralmente su exibart.tv, a partire dal 28 ottobre e per i successivi tre mercoledì, fino al 18 novembre 2020.
Zukunftsfragen: l’intervista a Paolo Cirio
Primo ospite di Zukunftsfragen, intervistato dal curatore e critico d’arte Valentino Catricalà, direttore artistico del Media Art Festival di Roma e specializzato nel rapporto tra linguaggi artistici e nuovi media, è Paolo Cirio. Nato nel 1979 a Torino, Cirio attualmente vive a New York e, fin dai primi progetti, nei primi anni 2000, ha lavorato sulle potenzialità espressive radicali della dimensione virtuale e della narrazioni transmediali.
Nel 2002 organizzò un sit-in virtuale, tramite attacco DDoS, nel sito web della NATO. Tra il 2005 e il 2006 ha eluso i sistemi di sicurezza di giganti della rete, come Google e Amazon. Con il progetto Street Ghosts, nel 2012, Cirio ha ricontestualizzato le fotografie di Google Street View, stampandole e affiggendole nei luoghi esatti in cui sono state scattate. Recentemente è stato protagonista di una ampia personale al PAN di Napoli, “Information Critique”, dedicata all’analisi delle strutture di potere e alla decriptazione dei loro meccanismi di controllo, in funzione di un modello alternativo agli attuali sistemi egemoni.
«Se pensiamo a degli algoritmi che sono creati per manipolare le persone o sono degli algoritmi fatti per leggere il pensiero, questi sono pericolosi, e bisogna capire come vengono utilizzati, per cui creano delle casistiche. E questa è l’etica della tecnologia», spiega nel suo intervento per Zukunftsfragen. Qui l’intervista completa. Appuntamento a mercoledì prossimo, con Peter Weibel.