Durante lo scorso lockdown, abbiamo dato voce al mondo dell’arte attraverso i nostri exibart.livetalks, che potete ancora ascoltare su podcast. Oggi vogliamo dare spazio al mondo della creatività in senso esteso e a una serie di opinioni differenti rispetto al nostro tempo, in un nome di una vera pluralità. Perché, come cantava Giorgio Gaber, “Libertà è partecipazione”.
Per la seconda volta in un anno, abbiamo assistito alla chiusura dell’Italia e vediamo, ben più chiaramente di alcuni mesi fa, incombere la mole enorme di problematiche che questa situazione porterà con sé, a livello economico e sociale. Ma se durante i mesi di marzo e aprile abbiamo sopportato, cantato sui balconi, fatto buon viso a cattivo gioco e il mondo dell’arte si è fatto in quattro per correre ai ripari, per offrire altre possibilità di visione, vite alternative online e chi più ne ha più ne metta, la sensazione che grava oggi sulla cultura italiana contemporanea è quella di una grande stanchezza. E di una grande rabbia nei confronti delle autorità del nostro Paese e della loro mancanza di rispetto e di riconoscenza per quelle realtà che si sono attrezzate allo sfinimento per poter svolgere la propria attività in assoluta sicurezza: musei, fondazioni, teatri, cinema, spazi no profit…
Abbiamo notato anche come in questi mesi l’associazionismo di enti e attori della cultura del contemporaneo abbia portato a ben poco di concreto, in fatto di aiuti al settore, nonostante i programmi sbandierati e le intenzioni di dialogo con il Ministero. Insomma, quale futuro esiste davvero per l’arte contemporanea? E quale per il libero arbitrio, in un Paese che appare ben lungi dall’essere democratico e in grado non tanto di aiutare realmente i cittadini, quando anche solo di ascoltarli?
Dieci appuntamenti, con dieci ospiti dalle idee ben delineate, per parlare chiaramente di quello che non va. Dieci appuntamenti per parlare liberamente sopra il presente, come fanno le rane dalla bocca larga. Prima di finire inghiottite dal leone o dal serpente.
La Rana salta da Fabio Cavallucci
L’ospite di oggi è Fabio Cavallucci, storico dell’arte e curatore, che abbiamo raggiunto per la prima intervista di La Rana. Ha diretto numerose istituzioni d’arte in Italia e all’estero: è stato direttore-fondatore della Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Santa Sofia (1990-1998), direttore artistico della Galleria Civica di Arte Contemporanea di Trento (2001-2008), direttore del Centro per l’Arte Contemporanea Castello Ujazdowski di Varsavia (2010-2014) e ha diretto, riaprendolo dopo l’ampliamento, il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato (2014-2017). È stato coordinatore di Manifesta7 nel 2008, direttore artistico della 14esima Biennale Internazionale di Scultura di Carrara e chief curator della Bi-City Biennale of Architecture and Urbanism di Hong Kong e Shenzhen, svoltasi a Shenzhen (2019-2020).
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