52vids è il nuovo progetto di exibart e Ibrida, Festival delle Arti Intermediali nato nel 2015, curato da Vertov Project e dedicato alla cultura della video arte e alla sperimentazione visiva. Per questa 26ma puntata, presentiamo Vedersi visti (da qui, sottrai), opera realizzata nel 2018 da Eleonora Manca.
«In questa serie troverete opere audiovisive di videoarte, videoclip, estratti di film ed estratti di video performance. La selezione targata Ibrida Festival fotografa uno spaccato importante degli artisti italiani contemporanei, che adoperano prevalentemente il mezzo audiovisivo, attraverso un processo conscio e inconscio di ibridazione dei linguaggi», spiegano Francesca Leoni e Davide Mastrangelo, videoartisti, film maker e direttori artistici di Ibrida. «Più che di videoarte, quindi, parliamo di video d’artista. Una sfera di codici eterogenei che attraversano la video performance, animazione, video danza, post internet art, post social media art, found footage e altro ancora. Uno spaccato unico e multiforme di quello che sta succedendo in Italia negli ultimi anni, nel campo della sperimentazione audiovisiva».
Ibrida si svolge nell’ambito di diverse giornate, solitamente a fine aprile, a Forlì, con spettacoli live, proiezioni, istallazioni, incontri e workshop. Ogni edizione gode di una collaborazione con festival italiani e internazionali, per divulgare le produzioni e le ricerche più recenti nell’ambito dell’audiovisivo sperimentale.
#26. Eleonora Manca, Vedersi visti (da qui, sottrai)
Eleonora Manca è un’artista visiva e scrittrice che utilizza vari media (principalmente fotografia, video, videoinstallazioni, installazioni di poesia visiva e libri d’artista) al fine di creare percorsi comunicativi mediante installazioni e micro-narrazioni (spesso attraverso la compenetrazione tra immagine e parola col fine di dare origine a una forma ibrida di codice poetico). Il suo lavoro ruota attorno i temi del corpo, della metamorfosi, della memoria e della memoria del corpo. Ha esposto in numerose collettive e personali in Italia e all’estero. Vive e lavora a Torino.
“L’unico vero viaggio…consisterebbe…nell’avere altri occhi, nel vedere l’universo con gli occhi di un altro”, Eleonora Manca ci introduce al suo video Vedersi visti (da qui, sottrai) con una citazione da Marcel Proust. «Vedersi visti (da qui, sottrai) è una riflessione sulle molteplici possibilità percettive. Sulla sottile differenza tra il “vedere” e il “guardare”; sul processo del vedere in modo diverso ciò che ci circonda e ogni nostra mutazione», spiega l’artista.
«Un invito a vedere noi stessi nell’atto di vedere. Ogni percezione non è un’operazione che ha luogo nell’isolamento del nostro cervello, bensì fa parte di un’incessante metamorfosi che mette in relazione ogni cosa con le cose che la circondano e le loro reciproche influenze. Tutto ciò che ci circonda è incerto perché in perenne cambiamento. Restituire al dubbio e all’incertezza la loro valenza evolutiva ci permette di deviare da una rotta che può modificare ogni nostro agire e pensiero. Se si è disposti a mettere in dubbio principi dati come scontati si crea un ignoto quanto nuovo terreno di investigazione. Mutare significa attuare una deviazione da se stessi. Vedere con occhi nuovi ciò che pensavamo di avere già visto. Vedere con i propri occhi. Contro l’ostinazione che ci vorrebbe incapaci di esplorare le ombre che celano le chiavi per aprire nuovi modi di guardare; dacché non esperiamo l’esistenza di nulla che sia all’esterno di noi stessi se non mediante l’intricata relazione tra significato e significante che il nostro cervello, il nostro corpo e la nostra memoria gli attribuisce. Imbattersi in un qualcosa che ha “un’aria familiare”, dunque, non significa che ci farà, necessariamente, tornare la memoria».
Eleonora Manca, Vedersi visti (da qui, sottrai), 2018
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