ada the Alien e audre the Lepard, corpi e architetture, danzatori e motociclette, insomma, per ruby onyinyechi amanze si tratta di forme da ibridare e innestare ad altri elementi, come pezzi di una danza potenzialmente infinita. Nel caso specifico, l’unico limite è quello, piuttosto ampio a dire il vero, della Pattern Room della Collezione Maramotti, a Reggio Emilia, spazio in cui la giovane artista, alla sua prima personale in Italia, ha presentato di “HOW TO BE ENOUGH”, progetto espositivo visitabile fino al 25 luglio 2021 (ce ne parlava anche Sara Piccinini, neodirettrice di storia e progetti della Collezione, in questa intervista).
Nata nel 1982, a Port-Harcourt, in Nigeria, cresciuta nel Regno Unito e attualmente con base tra Philadelphia e New York, ruby onyinyechi amanze lavora da tempo sulle possibilità del disegno in tutte le sue sfumature e applicazioni, dalla grafite agli acrilici, dalle matite colorate all’inchiostro, con tutte le conseguenze espressive e concettuali che ne derivano. Significativa, in questo senso, anche la scelta del supporto, una spessa carta cotone che, però, è considerata dall’artista non solo una superficie bidimensionale ma una sorta di medium scultoreo, una struttura a più dimensioni, tutte aperte alla manipolazione.
Per lo spazio della Collezione Maramotti, amanze ha presentato un progetto di dimensioni ambientali, in cui la pittura si sovrappone allo spazio in maniera armonica, ritagliando un ambiente altro, popolato dai personaggi di un mondo immaginario, onirico e seducente che. L’opera si compone di 15 fogli di carta che si estendono a tutta altezza e larghezza sulla lunga parete centrale della sala, dando vita a un grande “affresco su carta” contemporaneo.
Nella clip sul nostro canale Youtube una presentazione del progetto, mentre qui il link al canale Youtube della Collezione Maramotti, per rimanere aggiornati sulle varie iniziative.