Evento speciale nelle sale italiane: il 17, 18 e 19 gennaio 2022, in proiezione il secondo film della collana Art Icons, la serie di documentari dedicati alle icone indiscusse del mondo dell’arte, distribuiti al cinema da Adler Entertainment. Dopo Frida Kahlo, questa volta protagonista è un’altra amatissima icona pop della storia dell’arte: “Van Gogh – I Girasoli” è il docufilm di David Bickerstaff che offre una inedita visione della vita e delle opere del grande pittore olandese attraverso i suoi celebri “Girasoli”, i dipinti più famosi e amati del mondo. Realizzata tra il 1888 e il 1889, originariamente la serie era composta da 10 dipinti ma, oggi, ne sono noti solo cinque, ognuno con delle differenze sostanziali. Ma se il numero dei fiori ritratti può variare tra le opere, identica è la potenza che emanano. «Secondo la mia opinione, ogni dipinto mostra un’onestà e un virtuosismo che parla del potere duraturo di un artista straordinario, che ha vissuto una vita straordinaria», ha dichiarato Bickerstaff.
Eppure, nonostante l’iconicità di queste opere, ancora tante sono le domande che nascondono. Cosa significavano questi fiori per Van Gogh e perché risuonano così tanto con il pubblico di oggi? Cosa cercava di dire con queste opere e come differisce una versione dall’altra? Quali segreti hanno scoperto gli scienziati quando le hanno analizzate nel dettaglio? Queste a altre domande troveranno una risposta nel documentario, con una suggestiva rappresentazione dell’artista da parte dell’attore Jamie de Courcey e affascinanti approfondimenti a cura di storici dell’arte e botanici.
«Ho avuto il privilegio di filmare il quadro dei Girasoli di Van Gogh diverse volte al Van Gogh Museum», ha spiegato David Bickerstaff, che prima di Van Gogh ha realizzato dei documentari sulla vita e sull’arte di Lucian Freud, Degas, Michelangelo e Hieronymus Bosch. «Come molti altri, pensavo di conoscere quest’iconico dipinto estremamente bene, ma non avrei potuto sbagliarmi di più. È stato solo quando sono stato invitato a filmare l’opera senza la sua cornice che un’intera nuova narrazione si è rivelata davanti ai miei occhi», ha continuato il regista.
«Tutta la storia del dipinto si è svelata con alcune sorprese inaspettate, e ha innescato un bisogno di sapere di più su questa serie di capolavori. Ci sono cinque quadri dei Girasoli che possono essere visti dal pubblico oggi, ma sono sparsi in cinque Paesi diversi», cioè alla National Gallery di Londra, alla Neue Pinakothek di Monaco di Baviera, al Philadelphia Museum of Art di Philadelphia, al Seiji Togo Memorial Sompo Japan Nipponkoa Museum of Art di Tokyo e, naturalmente, al Van Gogh Museum di Amsterdam. «Mettendoli insieme sul grande schermo, è possibile confrontarli da vicino e vedere le differenze di ciascuno di essi, esaminando il potere della mano ossessiva dell’artista e la sua lotta con il colore e la composizione. È stata una tale gioia testimoniare quanto fosse unica ogni versione, prova dell’esuberanza di Van Gogh per la sperimentazione».