Incentrato sulle ricerche e sulle sperimentazioni dei videoartisti internazionali più interessanti, 24vids è la prosecuzione, lungo altre coordinate geografiche, di 52vids, progetto presentato da exibart e Ibrida, Festival delle Arti Intermediali nato nel 2015, curato da Vertov Project e dedicato alla cultura della video arte e alla sperimentazione visiva. Per questo nuovo appuntamento, presentiamo Inexpresable (Inexpressible), opera di Úrsula San Cristóbal del 2022.
Biografia di Úrsula San Cristóbal
Nata nel 1987, Ursula San Cristóbal è un’artista interdisciplinare e ricercatrice di base a Barcellona. Il suo lavoro è incentrato principalmente sull’arte performativa e sulla videoarte, che lei considera come strumenti per esplorare la soggettività contemporanea, focalizzandosi su argomenti quali il gender, l’identità, la fragilità, l’erotismo, l’intimità e gli affetti. È stata guest artist al festival Videoformes di Clermont-Ferrand, in Francia, e artista in residenza a Nau Estruch, Sabadell, Spagna. Úrsula ha coneguito un PhD in Storia dell’Arte e Musicologia presso l’Università Autonoma di Barcellona.
Le sue opere video sono state presentate in festival come IVAHM -International Video Art House di Madrid, Video art and animation Biennale of Puebla (Messico), Festival Les Instants Vidéo (Francia), Camagüey International Video Art Festival (Cuba), BIDEODROMO International Experimental Film and Video Festival (Bilbao, Spagna), Miami New Media Festival (USA), Traverse Vidéo (Tolosa, Francia), FILE Electronic Language International Festival (Brasile), Video Art Miden (Grecia) and 19th Media Art Biennale WRO 2021 (Wroclaw, Polonia).
Inexpresable (Inexpressible) x Ibrida
«La lingua che parli è fatta di parole che ti stanno uccidendo», Monique Wittig, Les Guerrillères, 1969. «Inexpressible affronta l’arrogante autorità del linguaggio usato per categorizzare l’esperienza di un soggetto con problemi di salute mentale», ci spiega l’artista, a proposito della sua opera proposta per la selezione di Ibrida. «Il pezzo si articola come una poesia audiovisiva che descrive il passaggio dalla sottomissione al linguaggio degli altri (il linguaggio della psichiatria e il linguaggio colloquiale dispregiativo), alla ricerca di una forma di espressione di sé che dia priorità alla sensorialità del corpo. Il pezzo si basa su parole ed espressioni tratte da un rapporto psichiatrico anonimo».