02 dicembre 2024

Franz Paludetto, il Re fanciullo dell’arte contemporanea: il trailer del film

Il Re fanciullo. Sarà proiettato al Cinema Farnese di Roma il docufilm di Alessandra Lancellotti che racconta la storia di Franz Paludetto, figura leggendaria dell’arte contemporanea italiana, e della sua creazione: il Castello di Rivara

di Redazione

Franz Paludetto, il Re fanciullo dell'arte contemporanea: il trailer del film

Martedì, 3 dicembre 2024, alle 19, il Cinema Farnese di Roma ospiterà la proiezione di Il Re fanciullo, il documentario di Alessandra Lancellotti che intreccia fiaba e confessione per raccontare Franz Paludetto, figura leggendaria dell’arte contemporanea italiana. L’evento, parte della rassegna Fuorinorma – La via neosperimentale del cinema italiano, segna la prima proiezione romana del film e il debutto di una nuova fase per l’associazione, che si rialza dopo la scomparsa del suo fondatore, Adriano Aprà.

Paludetto, scomparso nel 2023, è stato un visionario capace di trasformare il Castello di Rivara, a pochi chilometri da Torino, in un cenacolo artistico senza eguali. Qui, tra le mura di un maniero medievale, ha dato vita a una residenza per artisti unica al mondo, ospitando giganti come Alighiero Boetti, Gina Pane e Hermann Nitsch, e costruendo una collezione monumentale che rispecchia il caleidoscopio dell’arte del XX e XXI secolo. Ma Il Re fanciullo non è solo un ritratto di Paludetto; è anche un viaggio nella storia di Rivara e del suo primo cenacolo artistico, animato nel XIX secolo dall’architetto Alfredo D’Andrade, che qui pose le basi del celebre Borgo Medievale di Torino.

Realizzato nell’arco di dieci anni, il film si avvale di vecchie pellicole 16 mm, materiali d’archivio e una colonna sonora curata da Héctor Cavallaro, arricchita dalla voce di Daniela Pes, vincitrice del Premio Tenco per la miglior opera prima. Lancellotti, che ha trascorso diverse stagioni al castello, crea un’opera profondamente evocativa, un “amuleto” che cattura l’anima di Paludetto e la sua visione.

Con la morte di Franz Paludetto e, pochi mesi dopo, di suo figlio Davide, il futuro del Castello di Rivara appare incerto. Il film di Lancellotti diventa così una testimonianza preziosa di un’esperienza irripetibile, capace di far dialogare arte e vita in un’utopia che rischia di perdersi.

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