[Centro Luigi Pecci, Prato] Prima personale di Bert Theis in uno spazio museale italiano. “I lavori di Bert Theis sono concepiti come progetti simbolici, filosofici o utopici, disseminati in spazi dove l’arte può partecipare alla vita individuale e collettiva configurandosi quale luogo di riflessione, forma utilizzabile o situazione di socialità”, scrive Marco Scotini, curatore insieme a Stefano Pezzato.
Il titolo, Building Philosophy, concetto mutuato da Réalisation de la philosophie di Guy Debord, oscilla tra l’idea del “costruire la filosofia” e quella di una “filosofia del costruire”.
Tra i progetti in mostra: la recente serie di Gropius Drifters, otto moduli in legno che riprendono su scala ridotta la planimetria disegnata nel 1924 da Walter Gropius per un complesso di edifici mai costruiti, e l’installazione video Fuad Labord (2003), visione speculare e metaforica della giungla urbana cresciuta nei terreni destinati alla cementificazione del quartiere Isola di Milano. Ne abbiamo parlato con Pezzato…
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