[Manuela Klerkx, Milano] Ispirandosi all’omonimo saggio di Gilles Clément, la personale di Dacia Manto insegue i frammenti di un paesaggio interstiziale, selvatico, fuori-controllo. Il dialogo intimo con una natura non mediata da sovrastrutture economiche, politiche, sociali, diventa un’occasione per portare a galla l’aspetto più intrinsecamente metamorfico della natura stessa, la sua intelligenza creativa e il suo potenziale entropico. Gli intrecci in grafite dei raffinati disegni e le installazioni realizzate con materiali plastici, metallici, specchianti, ricostruiscono un paesaggio fatto di luce, candore, forme in mutazione. Il curatore, Marco Tagliafierro, ce ne svela i segreti…
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