“Che si può fare?” è il titolo della mostra di Helen Cammock (co-vincitrice del Turner Prize 2019 e vincitrice del settimo Max Mara Art Price for Women) presentata il 13 ottobre alla Collezione Maramotti, in collaborazione con la Whitechapel Gallery.
Questa esibizione è il frutto di una residenza italiana di sei mesi, che ha portato la Cammock a Bologna, Firenze, Venezia, Roma, Palermo e Reggio Emilia. In questi luoghi l’artista britannica ha incontrato e intervistato voci femminili marginali, inascoltate ma distintive (attiviste, migranti, rifugiate, artiste, persino una suora carmelitana), per raccoglierne le testimonianze all’interno della sua opera. L’installazione assembra film, stampe e una performance live intorno al tema del lamento, come segno di protesta, resilienza e speranza.
Poetessa visiva i cui disegni, stampe, fotografie e filmati si affiancano a parole e immagini, Cammock porta avanti una pratica artistica multimediale in cui abbraccia testo, fotografia, video, canzone, performance e incisione, ed è determinata dal suo impegno a mettere in discussione le narrative storiche tradizionali sull’identità dei neri, delle donne, sulla ricchezza, sul potere, la povertà e la vulnerabilità.