06 novembre 2024

La storia di Fish Design by Gaetano Pesce rivive in un documentario

Il dialogo tra Gaetano Pesce e Andrea Corsi, per la collezione Fish Design by Gaetano Pesce: la storia viene raccontata in un documentario con immagini originali

di Redazione

La storia di Fish Design by Gaetano Pesce rivive in un documentario

La collezione Fish Design di Gaetano Pesce, nata nel 1996 e ripresa nel 2004 grazie all’artigiano Andrea Corsi, trasforma idee in oggetti tangibili, plasmati in resina. La resina, versatile e vibrante, permette a Pesce di esplorare imperfezioni e unicità, attribuendo valore artistico all’asimmetria e al gesto creativo. Ogni pezzo, realizzato a mano, è unico, segnato dal tempo e dall’impronta dell’artigiano. La collezione è democratica, accessibile, diffusa tra gallerie e negozi, e rappresenta un’evoluzione dalla produzione di massa, abbracciando bellezza e calore dell’imperfezione.

La storia della Fish Design – partita dall’incontro fra Gaetano Pesce e Andrea Corsi per arrivare ad una collezione completa, capillarmente diffusa in tutto il mondo – viene raccontata all’interno dell’esclusivo documentario. Si tratta di un racconto personale, con filmati originali della genesi del progetto. È una dedica a Gaetano Pesce, alle sue idee fuori dall’ordinario, alle quali Andrea Corsi dà forma da vent’anni. È la storia di una relazione fra un artista e un artigiano.

«Nel 1996 a Parigi venne realizzata la prima importante mostra personale dell’artista, Les temps des questionnes, dove furono esposti i primi pezzi della Fish Design. Gaetano si rendeva conto di quanto questa intuizione fosse fantastica, per questo cominciò a cercare qualcuno con cui realizzarla», racconta Andrea Corsi. «Nel 2002 a Milano, durante il Salone del Mobile, Gaetano mi chiese di andarlo a trovare a New York e dopo qualche mese, a maggio, finalmente ci incontrammo. In quell’occasione, Gaetano mi propose di dar vita alla Fish Design e nel 2003 cominciò ufficialmente l’avventura. Ricordo ancora quando realizzai il primissimo vaso: cominciai in una stanzetta in affitto, con la luce a terra e con un’attrezzatura di fortuna. La prima macchina dovetti proprio inventarla, con una specie di estrusore che usiamo ancora, con cui si realizzano gli elementi dei vasi, gli “spaghetti”. Alcune delle macchine che utilizziamo oggi sono le stesse che abbiamo costruito nell’inverno del 2003».

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