Una serie di negazioni ci aiutano a comprendere il padiglione italiano diretto da Sgarbi e intitolato “L’arte non è cosa nostra”, con sapiente allusione alla mafia.Sgarbi, quindi, non è il direttore, nel senso che non è il curatore della copiosa mostra. E’ però Dio, per sua stessa ammissione: deus ex machina, artefice primo di questo simpatico e democratico delegare che coinvolge trecento uomini di cultura per altrettanti artisti, rappresentanti dell’ispirazione dei sapienti.Il risultato è un centro commerciale, una fornitissima televendita d’arte, colorata, confusionaria e sovraffollata. Sgarbi stesso usa il termine “babele” nel suo sinonimo (un po’ debole) di “totalità e quindi convivenza”.Ma questo ce lo dice lui stesso nel suo irripetibile one man show, Anzi: two men show, visto che c’è anche Gaetano Pesce chiamato a confermare il verbo divino.
Altri video

Nasce ‘The Vault’, il caveau digitale unico al mondo

Scala Coeli. Due libri, un canto. Una speciale riapertura della Basilica di San Miniato al Monte a Firenze

Anteprima Art Night: Massimo Campigli e Erwin Blumenfeld
