Il progetto, con il pretesto di evidenziare e far convivere due tipologie di mostra apparentemente in contrasto tra di loro, ovvero quella che presenta opere in quanto immagini chiuse in loro stesse e quella che presenta invece opere in quanto processi aperti e in divenire nello spazio in cui si manifestano, permette di aprire una riflessione basica sul ruolo dei luoghi d’arte nella nostra società e sul perché si realizzano le mostre collettive. Quello che accomuna tutte le opere di questo progetto è che nascono dalla stessa interrogazione sulle potenzialità che hanno oggi gli oggetti del quotidiano, o meglio le loro “presentazioni” o “rappresentazioni”, di evocare la particolare relazione con il loro proprietario o con il loro momentaneo osservatore. Infatti, le questioni che sollevano questi lavori, che indagano per prima cosa la differenza tra opera astratta e opera figurativa, sono: Cosa è che possiamo considerare familiare o estraneo e perché? Quando è che possiamo dire di essere a casa e rispetto a quali parametri? Come possiamo renderlo evidente agli altri?
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