[Roma, MACRO] Una serie di diversi progetti per la programmazione estiva del MACRO, che all’interno del vecchio spazio accoglie artisti invitati a lavorare specificamente con gli ambienti espositivi. Così, Jcob Hashimoto con oltre settemila aquiloni interpreta nel segno della leggerezza il nuovo spazio di connessione tra il vecchio edificio e la nuova ala progettata da Odile Decq. Il californiano Aaron Young progetta invece un’installazione video che incrocia cultura metropolitana e ambiente domestico, mentre Jorge Peris pensa una grande installazione salina, interpretazione del divenire della vita e del sedimentarsi delle ere. Con una monumentale stella Gilberto Zorio crea un ambiente processuale, luminoso, pieno di tensione, in dialogo con l’opera – posta sullo stesso piano ma in un’altra stanza – di João Luoro: una serie di monocromi che riportano frasi tratte dalla letteratura, nei quali si riflettono le immagini di chi guarda. Poi, una selezione della collezione permanente, tutti nuovi ingressi legati dal tema del viso, del corpo, del ritratto.
Infine il progetto dedicato agli anni ‘80, Macro Wall, affidato stavolta ad Alfredo Pirri, e il progetto speciale per le pareti curve dell’atrio, pensato da Luca Trevisani. Ce ne parla Francesca Pola, curatrice del Macro…
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