[Galleria Francesca Minini, Milano] Una doppia personale per Tobias Buche e Jonas Lipps. Se il primo si cimenta in una sorta di collezionismo intimista – una pratica meticolosa e continua che diviene pubblica nel momento dell’esposizione –, raccogliendo nelle sue installazioni fotografie private, copertine di dischi, vecchi disegni, ritagli di giornali, riproduzioni…, l’altro ruba immagini da giornali, dal web o da album fotografici, per trasporle poi con la tecnica dell’acquerello su carte diverse per formato e caratteristiche (volantini, pagine di libri o di vecchi quaderni).
All’enciclopedia visiva di Buche, dispiegata su supporti neutri (tavoli o pannelli), corrisponde la scelta di Lipps di utilizzare fogli danneggiati, macchiati, ottenendo una costante perdita di controllo sulla tecnica. Paola Caravati ci introduce la mostra…
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