06 maggio 2024

Ritratto di un amore: al cinema, la storia di Pierre Bonnard e Marthe de Méligny

Dal 16 maggio, I Wonder Pictures porta nei cinema italiani il film diretto da Martin Provost, che racconta la storia dell'amore tra il grande pittore francese Pierre Bonnard e Marthe de Méligny, modella e musa

di Redazione

Ritratto di un amore: al cinema, la storia di Pierre Bonnard e Marthe de Méligny

Dal 16 maggio, I Wonder Pictures porta nei cinema italiani Ritratto di un amore (Bonnard, Pierre et Marthe), il film diretto da Martin Provost, con Vincent Macaigne e Cécile De France, che racconta la storia dell’amore tra il grande pittore Pierre Bonnard e Marthe de Méligny, modella e musa.

Una passione travolgente, un’unione indissolubile, un amore fuori da ogni schema. Quando il pittore francese Pierre Bonnard – post-impressionista nel giro di Degas e Renoir – incontra Marthe de Méligny, cerca solo una modella disposta a posare per lui. Quello che trova è molto più di una musa: Marthe si rivela un’anima affine, una compagna d’arte e di vita, una donna dallo spirito moderno e indipendente. Il celebrato regista Martin Provost (Séraphine, Violette) racconta questa relazione densa di fascino in un film lirico e commovente, una emozionante esplorazione del confine tra arte e vita che ha incantato il festival di Cannes.

Pierre Bonnard e Marthe de Méligny

Considerato uno dei più grandi pittori francesi del XX secolo, Pierre Bonnard (1867-1947) ha contribuito a creare un ponte tra l’impressionismo e l’astrazione esplorata dai post-impressionisti. È noto per i colori audaci delle sue opere e per una predilezione per la pittura di elementi della vita quotidiana. Con i suoi colleghi pittori, Pierre Bonnard formò nel 1888 il gruppo di giovani artisti francesi noto come “Les Nabis”. Tutti allo stesso modo ammiravano i progressi mostrati nei dipinti di Paul Gauguin, Paul Cézanne o Hokusai. Pierre Bonnard incontrò la sua futura moglie, Marthe de Méligny, nel 1893. Divenne un soggetto frequente nei suoi dipinti per decenni, comparendo in centinaia di suoi quadri, tra cui diversi nudi.

Nel 1895, Bonnard presentò la sua prima esposizione individuale di dipinti e manifesti. Le opere dimostravano l’influenza dell’arte giapponese, che includeva molteplici punti di vista, e delle prime radici dell’art nouveau, un movimento incentrato principalmente sulle arti decorative.

Nel 1900, Pierre Bonnard era uno degli artisti contemporanei francesi più illustri. I suoi dipinti erano caratterizzati da un uso audace del colore e da una prospettiva spesso appiattita o addirittura dalla presenza di più punti di vista in un’unica opera. Tra i noti amici di Bonnard vi erano gli artisti francesi Monet, Matisse, Edouard Vuillard, Renoir.

Nel 1912, Pierre e Marthe si stabilirono alla “Roulotte”, la loro casa in Normandia, diventando vicini del pittore francese Monet. Questo luogo speciale ispirò molto Bonnard: i suoi quadri più famosi raffiguranti Marthe sono nati lì, mostrandola mentre si lava o si sdraia nella vasca da bagno, fluttuando nell’acqua. Si sposarono nel 1925 e si trasferirono in una villa a Le Cannet, sulla riviera francese. Il grande mistero intorno alla loro relazione divenne una fonte di fascino per le persone.

Ritratto di un amore: come è nato il film

«Quando ero piccolo, mia madre mi portò da una mostra a Parigi una riproduzione che rappresentava Marthe dipinta da Bonnard seduta al tavolo della Roulotte davanti a un paesaggio lussureggiante, vibrante di luce e colori», ha raccontato il regista. «Scoprii in seguito che la Roulotte era la piccola casa sulle rive della Senna in Normandia dove la coppia visse in simbiosi ma anche in reclusione per molti anni. Quel luogo in cui Bonnard raggiunse la realizzazione personale come artista. Appesi la riproduzione alla parete della mia camera da letto per poterla guardare mentre mi addormentavo la sera. Ero troppo giovane per capirlo, ma qualcosa in quell’immagine mi affascinava, la sua sensualità e la stranezza che emanava. Come se fosse una finestra aperta su un altro mondo. Un giorno Pierrette Vernon, pronipote di Marthe, mi contattò. Voleva che facessi un film sulla sua prozia, perché riteneva che il suo ruolo fondamentale nell’opera del marito non fosse sufficientemente riconosciuto».

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