[Jarach Gallery, Venezia] “Somewhen” è un neologismo che indica una condizione di indeterminatezza temporale. Ed è proprio la fotografia, paradossalmente, ad essere utilizzata qui come specchio di questa ambiguità: lo scatto fotografico, pur immortalando un momento preciso della storia, in questo caso induce lo spettatore a riflettere su un tempo “altro”, su una transitorietà specificamente riferibile all’abitare umano. Il rapporto tra uomini, edifici e luoghi del quotidiano viene così indagato nelle opere di Gabriele Basilico, Primoz Bizjak, Andrea Botto, Edward Burtynsky, Martina Della Valle, Guido Guidi, Teodoro Lupo, Jurgen Nefzger, Robert Polidori, Joël Tettamanti. Ciò che è stato edificato resta appeso alla possibilità di scomparire, di essere distrutto o consumato dal tempo, da una catastrofe o dall’operato umano. Il curatore, Daniele De Luigi, racconta la mostra a Exibart.tv…
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