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[Castello di Rivoli] Prendendo spunto dall’omonimo scritto di Virginia Woolf, Una stanza tutta per sé interpreta in chiave contemporanea l’idea della solitudine come valore positivo connesso all’atto creativo. Attraverso questo filtro tematico viene così riletta una parte della collezione del Castello di Rivoli, composta da opere di artisti molto diversi tra loro. Circa venti sono i nomi selezionati, da alcuni dei grandi protagonisti dell’arte povera – come Marisa Merz e Giuseppe Penone – fino ad alcuni esponenti delle ultime generazioni, come Paola Pivi, Massimo Bartolini, Pipillotti Rist, Olafur Eliasson. Una grande sala dedicata a Giulio Paolini include tutte le opere dell’artista presenti in collezione, lette attraverso un nuova lavoro che spinge il visitatore a contemplare l’artista al lavoro. Ce ne parla la curatrice, Marcella Beccaria…