10 luglio 2023

24vids x Ibrida #23. Sofia Melikova, We drink water from the same river

Ibrida, Festival di Arti Intermediali, presenta 24vids, una selezione di opere audiovisive realizzate da autori internazionali, in esclusiva per exibart: Sofia Melikova, We drink water from the same river

di Redazione

24vids x Ibrida #23. Sofia Melikova, We drink water from the same river

Incentrato sulle ricerche e sulle sperimentazioni dei videoartisti internazionali più interessanti, 24vids è la prosecuzione, lungo altre coordinate geografiche, di 52vids, progetto presentato da exibart e Ibrida, Festival delle Arti Intermediali nato nel 2015, curato da Vertov Project e dedicato alla cultura della video arte e alla sperimentazione visiva. Per questo nuovo appuntamento, presentiamo We drink water from the same river, opera di Sofia Melikova.

 

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Biografia di Sofia Melikova

Sofia Melikova è un’artista visiva e performativa, vive e lavora a San Pietroburgo, città dove è nata, in una famiglia di etnia azera Tsakhur. La sua ricerca è incentrata sui temi delle popolazioni indigene e delle minoranze, sull’emancipazione delle donne e su questioni ambientali, ma anche su antichi rituali e culture e lingue in via di estinzione. Tra i suoi linguaggi espressivi, usati per realizzare progetti artistici dal taglio spesso documentaristico, fotografia, videoarte, voce, inclusi canti etnici tradizionali, danza.

We drink water from the same river

«Un lungo vento dormiente si trasforma in uragano, una luce a lungo soppressa diventa fiammeggiante fuoco», così Melikova ci racconta la sua opera presentata per 24vids. «Imponendo etichette e limitando una persona nella manifestazione della sua essenza interiore, l’ordine naturale della vita viene violato. Ognuno di noi, seguendo le proprie vere origini, gioca un certo ruolo assegnato nel grande piano della creazione». We Drink Water From The Same River è un film sperimentale basato su pratiche performative, sogni e visioni – dimensioni spaziotemporali, dove l’autrice può permettersi di entrare in contatto con la cosiddetta “oscurità” e riempirsi della saggezza spirituale e degli antichi rituali delle donne Tsakhur della sua famiglia, tramandati di generazione in generazione».

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