Il Complesso Monumentale della Pilotta, a Parma, ospita una grande mostra dal titolo “I Farnese. Architettura, Arte, Potere”. Aperta al pubblico fino al 31 luglio 2022, ripercorre la storia della famiglia Farnese e l’affermazione della casata nella scena politica e culturale europea attraverso l’uso delle arti come strumento di legittimazione. Nel video, online sul canale YouTube del MiC – Ministero della Cultura, siamo nella culla dei Farnese, la Galleria Petitot della Biblioteca Palatina, un tempo sede della collezione d’arte della Famiglia. È qui che sono stati esposti, per la prima volta in Italia, due preziosi documenti, legati l’uno all’altro e raccontati nel cortometraggio dal Direttore del museo, Simone Verde.
Papa Paolo III, nato al secolo Alessandro Farnese, promulgò nel 1537 la bolla “Sublimis Deus” con la quale, affermando che gli “Indios veros homines esse”, riconosceva ai nativi americani, cristiani e non, la dignità di persona umana, vietando di ridurli in schiavitù e giudicando nullo ogni contratto precedentemente redatto in tal senso.
Fu un atto di riconoscimento umanitario fondamentale, «Ma anche – spiega il Direttore – un profondo gesto politico che tese a inserire la chiesa nella dinamica politica tra i dominatori spagnoli delle nuove terre e i dominati delle popolazioni autoctone sottoposte a terribile sfruttamento». Con questo atto di clemenza e generosa umanità, il pontefice riuscì ad assicurarsi il potere nelle zone del Nuovo Mondo e il supporto delle popolazioni locali: ancora oggi la popolarità della Chiesa cattolica è frutto di tali decisioni prese quasi cinquecento anni fa.
In stretto dialogo con il prezioso documento citato, l’opera commissionata dal governatore di Città del Messico come dono di ringraziamento a Paolo III per la decisione presa a sostegno degli Indiani d’America: si tratta di un’opera lignea decorata con piume d’uccello, eseguita in Messico nel 1539 dagli artigiani atzechi, gli amanteca, raffigurante la messa di San Gregorio. L’opera venne realizzata con l’antica tradizione della plumeria che, come molte altre di queste popolazioni, venne spazzata via dalle conquiste spagnole.
Il piccolo tesoro, posto in mostra di fronte alla Bolla pontifica, non entrò mai a far parte della Collezione Farnese perché fu oggetto di un furto da parte di pirati. Riapparve sulla scena artistica soltanto agli inizi del Novecento, quando entrò a far parte del Museo delle Americhe di Auch, in Francia dove è rientrato pochi giorni fa.