20 maggio 2025

Il ritratto femminile attraverso i secoli: il documentario di Art Night su Rai 5

Una puntata speciale di Art Night indaga la rappresentazione della donna nell’arte, dalla preistoria all’intelligenza artificiale: il documentario su Rai 5

di Redazione

Il ritratto femminile attraverso i secoli: il documentario di Art Night su Rai 5

Cosa racconta un volto? E cosa accade quando a definirne i contorni sono i pregiudizi sedimentati nei secoli o, oggi, negli algoritmi? La puntata di Art Night, con la conduzione di Neri Marcorè, in onda mercoledì 21 maggio alle 21:15 su Rai 5, propone un lungo viaggio nella rappresentazione del volto femminile, tra archeologia, storia dell’arte, fotografia e intelligenza artificiale. Il documentario, dal titolo Il volto e l’anima. Indagine sul ritratto femminile, è scritto da Linda Tugnoli e prodotto da Mark in Video in collaborazione con Rai Cultura.

Il punto di partenza è quanto mai attuale: le immagini generate dall’IA faticano a liberarsi da stereotipi e idealizzazioni, soprattutto nel raffigurare volti di donne. Che si tratti di avatar o ritratti fotorealistici, le sembianze femminili prodotte da questi strumenti risultano spesso ipersessualizzate, giovani, “perfette”, e soprattutto uniformate a un canone estetico di stampo occidentale. Una tendenza che non è frutto del caso, ma l’effetto di dataset visivi carichi di bias culturali, accumulati in secoli di rappresentazione visiva e rafforzati dalle logiche del web.

Da qui prende le mosse una riflessione più ampia e storicamente radicata sul ritratto femminile. La narrazione si snoda attraverso musei, collezioni, interviste e opere d’arte che raccontano come nel tempo l’immagine della donna sia stata costruita, idealizzata, politicizzata, oppure, più raramente, liberata da sguardi prescrittivi.

Si parte dalle misteriose Veneri preistoriche, simboli di fertilità e maternità, con una tappa al Musée d’Archéologie Nationale di Saint-Germain-en-Laye e un approfondimento sulla Dama di Brassempouy, uno dei più antichi volti scolpiti conosciuti, risalente a circa 25mila anni fa.

Dall’arte egizia alle sculture etrusche, dai ritratti imperiali di Roma antica ai busti ottocenteschi, la trasmissione ricostruisce una geografia simbolica del volto femminile, sottolineando come esso abbia riflesso e al contempo determinato il ruolo delle donne nelle diverse società. Le interviste a Christian Greco (Museo Egizio di Torino), Luana Toniolo (Museo Etrusco di Villa Giulia) e Fabrizio Paolucci (Gallerie degli Uffizi) guidano lo spettatore in questo percorso che mette in dialogo arte e antropologia.

Ancora uno sguardo sulle curiose e poco note “Stanze delle belle”, raccolte di ritratti femminili diffusesi tra Sei e Settecento nei palazzi nobiliari, come testimoniano le opere custodite a Palazzo Chigi di Ariccia o nel Castello di Masino. Collezioni tanto decorative quanto politiche, specchi di status e genealogia.

Il racconto arriva infine al cuore della modernità, quando le donne iniziano a farsi soggetto e non solo oggetto di rappresentazione. L’arte di Berthe Morisot, tra le fondatrici dell’Impressionismo, è il simbolo di un cambiamento epocale: la comparsa di uno sguardo femminile consapevole nell’arte, come sottolineano le testimonianze di Sylvie Patry e Leïla Jarbouai del Musée d’Orsay. Parallelamente, nel nascente mondo della fotografia, figure come Julia Margaret Cameron colgono con sensibilità sorprendente le possibilità espressive del nuovo mezzo, come racconta Federica Muzzarelli, docente all’Università di Bologna.

Il ritratto femminile, suggerisce il documentario, è molto più di un’immagine: è un campo di battaglia simbolico, dove si confrontano bellezza e potere, identità e proiezione, soggettività e controllo. Oggi, nell’era dell’intelligenza artificiale, quella battaglia si combatte anche nei codici invisibili degli algoritmi. Ma riconoscerne le radici storiche può aiutare a immaginare un altro sguardo, finalmente più libero.

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