07 maggio 2021

Magazzino Italian Art presenta la mostra “Nivola: Sandscapes”

Negli spazi di Magazzino Italian Art di Cold Springs (NY), in mostra 50 opere di Costantino Nivola, per conoscere il lavoro pioneristico dello scultore e designer e il suo impatto sull’architettura

di Mario Francesco Simeone

Magazzino Italian Art presenta la mostra "Nivola: Sandscapes"

50 opere, dai primi anni ’50 ai ’70, per entrare nell’arte e nella vita di Costantino Nivola, maestro della scultura contemporanea. Magazzino Italian Art, il museo e centro di ricerca per la promozione dell’arte contemporanea italiana negli Stati Uniti, presenta al pubblico, nella sua sede di Cold Spring (NY), “Nivola: Sandscapes”, ampia esposizione dedicata all’artista nato a Orani, in Sardegna, nel 1911, e morto a East Hampton, il 6 maggio 1988. Tra queste date, un intenso percorso tra gli eventi storici più decisivi del Novecento, alla ricerca della forma, scultore o architettonica che fosse.

«Con “Nivola: Sandscapes”, siamo entusiasti di presentare Costantino Nivola a un nuovo pubblico», ha dichiarato il direttore di Magazzino Italian Art, Vittorio Calabrese «Per realizzare questo progetto abbiamo aperto nuove collaborazioni, oltre a quelle con la Fondazione Nivola e la famiglia dell’artista, come con la casa editrice Illisso con cui abbiamo pubblicato il film The Sandman, oppure con The Cooper Union con cui stiamo ristampando la pubblicazione Nivola a New York: Figure in the Field che presenta tutti i progetti pubblici di Nivola a New York. Inoltre abbiamo collaborato con istituzioni museali negli Stati Uniti e in Italia per garantire prestiti di opere che non sono mai state esposte in precedenza. Pubblicheremo, inoltre, un catalogo della mostra che presenterà nuove prospettive sulla sua pratica grazie ai contributi, tra gli altri, di Adrian Forty e Jody Patterson, e un nuovo film in uscita in autunno», ha anticipato Calabrese.

Negli Stati Uniti, “Tino” Nivola, come lì era chiamato, si era stabilito fin dalla fine degli anni ’30, insieme alla moglie Ruth Guggenheim, dopo l’introduzione, in Italia, delle leggi razziali. La coppia arrivò a New York City nel 1939 ed entrò in contatto con la vivace scena artistica cittadina. Nel 1948 stabilì il suo studio e la sua casa a East Hampton, ritornando periodicamente in Italia e nella sua Sardegna. Nel 1962, inoltre, iniziò a insegnare al dipartimento d’arte della Columbia University e nel 1968 fu insignito della Fine Arts Medal dall’American Institute of Architets.

La mostra, curata da Teresa Kittler, Scholar-in-Residence 2020-21 presso Magazzino, organizzata da Magazzino Italian Art, in collaborazione con la Fondazione Nivola e il patrocinio dell’Ambasciata Italiana a Washington D.C., sarà visitabile fino al 10 gennaio 2022 e include lavori provenienti dalla famiglia dell’artista, così come importanti prestiti d’istituzioni pubbliche e collezioni private internazionali. «Questa è la storia di un immigrato italiano che fece degli Stati Uniti la propria terra, trovando spiriti affini in un ambiente di artisti e architetti come Le Corbusier e Willem de Kooning», ha dichiarato Kittler. «Nivola era una personalità energica e aperta all’interno della comunità; il suo lavoro fu in parte definito dalle sue amicizie e anche dal suo modo sperimentale di vivere e lavorare. La parte più nota della sua opera ha a che fare con una visione dell’arte moderna e dell’architettura che si confronta con la società, si arricchisce di collaborazioni e coniuga arte e architettura».

Tra inediti, rilievi in sabbia, sculture modellate in cemento e maquettes delle sue più importanti commissioni architettoniche, come la maquette per lo Showroom Olivetti di New York City e quella per il Continental Building di Philadelphia, la mostra intende esaminare l’evoluzione artistica di Nivola, le sue influenze e il suo considerevole impatto sull’architettura moderna e sul design urbano. «Questa mostra pone l’accento sulla ricerca identitaria di Nivola e sulla sua visione globale, sulla compresenza nel suo lavoro dell’eredità del Modernismo e di istanze postmoderne, sul suo interesse per la ricerca formale e al contempo per gli ideali della comunità», ha commentato Giuliana Altea, presidente della Fondazione Nivola.

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